Due delle più importanti istituzioni finanziarie internazionali hanno appena pubblicato un paper riguardante il mondo crypto e i necessari step normativi che gli stati dovrebbero compiere a tutela del sistema finanziario internazionale. A parlare sono FSB, il Financial Stability Board e il Fondo Monetario Internazionale, con entrambe le istituzioni che in passato si erano espressi con toni poco lusinghieri verso il settore.
C’è una buona notizia: non si parla più di necessità di ban, ma di un più complesso e articolato. Cosa bolle in pentola per il mondo crypto? E c’è motivo di preoccupazione per investitori e per gli appassionati?
In realtà non c’è granché di nuovo, nel senso che tanto FSB quanto IMF continuano con una approccio fatto di attenzione, per qualcuno di bullismo ingiustificato e – più in generale – di preoccupazione per eventuali trasmissioni dell’instabilità delle criptovalute e di Bitcoin al mondo della vecchia finanza. Preoccupazioni che però, almeno fino ad oggi, sono apparse come grandemente esagerate.
Come vi avevamo già anticipato su queste pagine, il G20 si sarebbe mosso in termini di ricerca di una soluzione per quanto possibile condivisa per il mondo crypto e Bitcoin. O meglio, in termini di supposta regolamentazione.
Il primo sforzo è stata la richiesta di un paper a FSB, il board internazionale che si occupa di stabilità finanziaria, e al Fondo Monetario Internazionale. Il paper sarà inoltre presentato all’interno della riunione del G20 che si terrà nel corso di questo weekend, seppur con importanti defezioni.
Si torna a parlare di rischi macro che potrebbero essere innescati dal mondo crypto e da un potenziale effetto contagio. La soluzione individuata da IMF e FSB è la ricerca di framework legali che limitano l’afflusso di capitali verso questo comparto – in aggiunta ad un trattamento per quanto possibile standardizzato a livello fiscale.
I ban sembrerebbero essere ormai un’idea del passato, con IMF e FSB che sembrerebbero essere maggiormente interessate ad una sorta di normativa armonica quantomeno tra i paesi del G20. Obiettivo che in altre sedi e in altri approfondimenti abbiamo già definito come piuttosto ambizioso, date le differenze importanti che riguardano i Paesi che compongono il consesso dei 20.
Per i più ottimisti questo sembrerà essere l’ennesima riproposizione di indicazioni che fino ad oggi non hanno portato a nulla e che potrebbero avere comunque difficoltà ad essere implementate a livello globale.
Pericolo scampato per le cripto? Staremo a vedere. Perché la presidenza di turno del G20 è dell’India, paese che si è sempre detto essere tra i più preoccupati a livello globale per le interazioni tra mondo crypto e finanza classica.
La nostra opinione, che mettiamo nero su bianco a scanso di ogni equivoco, è che in realtà il genio sia ormai fuori dalla lampada, e che a poco serviranno tentativi di rimetterlo dentro. In particolare se diversi paesi su scala globale vedono nelle crypto e Bitcoin occasione di ammodernamento delle loro infrastrutture finanziarie. E, perché no, anche la possibilità di sganciarsi da sistemi monopolistici.
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SuPPosTa regolamentazione rende l'idea, la rende bene nella parola supposta. 🤣🤣
Vedremo poi chi dovrà assumerla, se noi o loro.