Finalmente una buona notizia – e di quelle che potrebbero cambiare l’outlook sul mercato crypto almeno sul breve e medio periodo. Il dato arriva da Coalition Greenwitch e racconta di una recente indagine riguardo le detenzioni crypto di gestori di fondi e intermediari anche di grado istituzionale. E la notizia è che quasi la metà di questi intermediari hanno in portafoglio asset digitali per conto dei propri clienti.
Un numero importante che racconta di un mercato crypto che, nonostante un 2022 da dimenticare, è in realtà molto più resiliente di quanto avremmo potuto immaginare. Una resilienza che permette di essere cautamente ottimisti sul futuro di questo comparto.
Un comparto che – parafrasando un vecchio meme – è qui per rimanere, almeno secondo i dati riportati da Greenwich. Dati di un certo spessore e che faranno certamente discutere anche gli acerrimi nemici del settore Bitcoin e crypto.
Quasi uno su due
Il dato più importante è certamente questo. Secondo una ricerca condotta da Coalition Greenwich – quasi la metà dei gestori avrebbero asset digitali nel loro portafoglio, per conto dei propri clienti.
Quasi la metà (48%%) di chi ha risposto all’indagine dal lato buy hanno asset digitali in gestione, riflettendo un mix di investitori attivi e quelli che hanno già una curiosità per il settore.
Un numero certamente importante e al quale si è arrivati con una ricerca piuttosto approfondita che ha coinvolto 60 gestori di importanti negli USA, nel Regno Unito e nell’Unione Europea. I ruoli dei soggetti coinvolti spazia dai portfolio manager, ai trader, passando per ricercatori, analisti e anche managing directors.
Il campione sarà anche ristretto, ma segnala comunque un atteggiamento importante di apertura di certe infrastrutture, nonché dell’attenzione dei clienti, verso Bitcoin e crypto.
Una situazione che poteva sembrare inimmaginabile soltanto qualche settimana fa, con la stampa mainstream che batteva i tamburi a morte per l’intero comparto, fiaccato dal caso FTX e dai più recenti attacchi a Binance e Coinbase.
Una situazione che ha gettato nello sconforto tanti piccoli investitori – e che aveva fatto temere anche quelli più sostanziosi nei patrimoni e nella conoscenza del mondo crypto.
Un dato definitivo?
Dipende. Il campione non è certamente enorme, ma è comunque un buon segnale di quanto sta avvenendo davvero nel mondo crypto e Bitcoin.
L’interesse, in aggiunta, almeno a nostro avviso non potrà che aumentare, data la situazione legata agli ETF Bitcoin Spot – e anche a quanto sta avvenendo dalle parti di Ethereum.
Una situazione in evoluzione e che andrà monitorata. L’outlook comunque è diverso, profondamente, da quanto vorrebbero far credere tanti esperti del niente e tanti organi di stampa che non si occupano mai di crypto, se non quando c’è da gettare fango sul settore.
Siamo piuttosto certi del fatto che non riporteranno i risultati di questa ricerca, che potrebbe raccontare un mondo parecchio diverso da quello che si immagina a certe latitudini – e ai piani alti di certi giornali.