Michael Bloomberg, il miliardario ex sindaco di New York, candidato alle primarie democratiche per la presidenza degli Stati Uniti, sembra avere le idee chiare in merito a criptovalute & co. E, considerando che Bloomberg potrebbe realmente essere lo sfidante di Trump alle prossime elezioni presidenziali, è opportuno cercare di capire come la pensi su Bitcoin e colleghe per anticipare quale potrebbe essere l’atteggiamento di una futura amministrazione USA nel settore.
Lo scorso anno il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha parlato negativamente di Bitcoin e delle criptovalute, sottolineando una posizione antagonista a tali asset e, in particolar modo, al progetto Libra, di Facebook.
Sembra invece essere più morbida la posizione di Bloomberg, che ha affermato di voler creare un quadro normativo sulle criptovalute, all’interno di un piano di riforma finanziaria che possa abbracciare gli asset più innovativi come le criptovalute.
Nelle sue dichiarazioni Bloomberg ha specificato come le valute digitali siano diventate una asset class che vale centinaia di miliardi di dollari, e che nonostante ciò la supervisione normativa rimane frammentata e non sviluppata. Il candidato democratico ha poi parlato della blockchain, delle ICO, dei risvolti più negativi e di quelli più positivi, ammettendo di voler intervenire in materia.
Quel che sembra essere piuttosto chiaro è che la disciplina sulle criptovalute che Bloomberg vorrebbe introdurre nell’ordinamento statunitense andrà inquadrata all’interno di una più ampia riforma del settore finanziario, che include – tra gli altri punti – anche l’obbligo per le banche di detenere un numero significativamente maggiore di capitale nei loro bilanci e una tassa sulle transazioni finanziarie che potrebbe potenzialmente costare a Wall Street trilioni di dollari, aumentando al contempo in modo significativo il controllo regolamentare delle attività finanziarie.
Per quanto attiene Bitcoin e criptovalute, l’ampio piano di riforma finanziaria di Bloomberg promette di chiarire quali siano le istituzioni responsabili della supervisione dell’ecosistema criptovalutario, chiarire l’incertezza che circonda il regime fiscale delle valute digitali, definire quando i token sono o meno degli equivalenti dei titoli finanziari, e così via.
Dunque, un regolamento ampio e dettagliato, che potrebbe fare chiarezza, una volta per tutte, sui margini di aleatorietà che attualmente caratterizzano il comparto criptovalutario.
Al di là di quanto sopra, gli altri candidati democratici per le primarie, come il favorito Bernie Sanders, l’ex vicepresidente Joe Biden e la senatrice Elizabeth Warren, non sembrano aver preso posizione nei confronti di Bitcoin e delle criptovalute.
Ne ha brevemente parlato Pete Buttigieg, il sindaco di South Bend, in Indiana, che ha dichiarato di ritenere che Bitcoin dovrebbe essere “trattato come una commodity”.
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