Anche nel Regno Unito si riscontrano problemi per la CBDC locale, ovvero per il progetto che dovrebbe dotare l’economia nazionale di un pound digitale. E le preoccupazioni sembrerebbero essere le stesse che stanno creando un fronte sparuto ma compatto di opposizione anche in Europa. Anche al governo britannico non sembrerebbe piacere granché la gestione di una privacy che è complessa, e che finirebbe per sacrificare certe libertà dei propri cittadini. E questo potrebbe permettere al mondo crypto di dormire sonni più che tranquilli.
A dare voce al malcontento sono per ora alcuni membri della commissione del Tesoro, a partire da Danny Kruger, che ha recentemente incalzato Sarah Breeden che presto sarà responsabile Financial Stability di Bank of England, la banca centrale di Londra.
Preoccupazioni che tra le altre cose, come abbiamo detto poco sopra, sono in realtà in linea con quelle che abbiamo raccolto anche dalle nostre parti, nel nostro recente speciale sull’Euro Digitale, al quale hanno partecipato anche Paolo Ardoino di Tether, l’ex-parlamentare Luca Carabetta e anche Davide Carboni, specialista privacy e sicurezza in ambito blockchain.
Primi problemi per la sterlina digitale
Le accuse sono pesanti. E le riportiamo parola per parola anche per permettere ai nostri lettori di capire che aria sta tirando a Londra.
Nessun in questo paese vuole l’esistenza di valute digitali programmabili come nel sistema cinese, dove il governo può, di fatto, scegliere cosa guardi, su cosa e quanto spendi.
Accusa gravi e che sono in linea almeno in parte con lo sparuto gruppo di politici europei che si stanno interessando, dall’altro lato della Manica, dell’euro digitale.
Una questione che è al centro di dibattiti molto accesi anche negli States, con diversi governatori e politici federali che si sono mossi per chiedere un ban di tali soluzioni prima che queste vengano alla luce.
Alle preoccupazioni di Londra ha già risposto però Sarah Breeden, che ha provato a guadagnare tempo:
Non siamo ancora al punto nel quale vengono discusse certe questioni. Siamo al punto del design tecnico. Quello che posso dire riguardo le preoccupazioni sulla privacy e sulla programmabilità. Riconosco tali preoccupazioni come reali e quello che abbiamo bisogno di fare è rassicurare il pubblico sulla privacy che andremo a incorporare.
Risposta che non soddisferà le preoccupazioni dei più attenti, che troveranno la scappatoia dei dettagli tecnici di poco conto, dato che è già a questo livello, quello del design tecnico, che si dovranno prendere certe decisioni.
Fronte molto poco compatto. Problemi anche per BCE?
Luca Carabetta, nella recente intervista rilasciata a Criptovaluta.it, ha sottolineato come almeno in Italia siano pochi i parlamentari in grado di affrontare la questione, anche per mancanze sotto il profilo tecnico.
Saranno forse i privati cittadini, raccolti o meno in gruppi di interesse tesi a difendersi da questa possibile novità, a fare le barricate?
Chi vivrà vedrà. Per ora però la risposta delle banche centrali al mondo crypto e ai suoi vantaggi sembrano non soddisfare nessuno, se non i membri delle banche centrali stesse. Se dovessimo leggere questa notizia in relazione ai mercati, non potremmo che ritenerla bullish, per il semplice fatto che le soluzioni già adottate in Cina non sembrano soddisfare nessuno.
C’é tanta, troppa, gente, che vive (nel lusso) sulla manipolabilitá delle valute fiat. Che ora é terrorizzata dalla prospettiva di perdere i propri privilegi. Terrorizzata come lo erano i tenutari dei ricchi servizi di diligenze a cavallo quando il treno, tecnologia innovativa, stava soppiantando, in prospettiva, le vecchie diligenze a cavalli. Come i tenutari delle diligenze operarono aspri boicottaggi, all’inizio, contro l’avanzare del treno, cosí i privilegiati delle valute fiat, forti di una politica asservita, perché corrotta, tentano di fermare il treno. Senza rendersi conto che é solo questione di tempo prima di finire sbaragliati come lo sono state le diligenze dal treno.