Anche Citigroup entra a far parte del novero di banche che hanno sviluppato soluzioni funzionali nel mondo degli asset digitali. E pare aver superato, almeno secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, anche JP Morgan, che pur è attiva nel settore da più tempo. Nasce oggi Citi Token Service, che sarà utilizzato tanto per la tokenizzazione di asset, quanto per migliorare tempi e costi dei trasferimenti transnazionali.
Sempre secondo quanto è stato riportato dalla popolare testata dedicata a finanza e economia, il servizio è gestito in proprio, utilizza una blockchain proprietaria e permetterà lo sviluppo, più avanti, anche di servizi aggiuntivi.
Un segnale forte tanto per il mondo crypto, quanto invece per i servizi in blockchain, che i grandi gruppi bancari stanno esplorando ormai da tempo e che stanno organizzando in servizi che sono già operativi per la clientela. Citigroup non è l’unico gruppo bancario a lavorare a questo tipo di soluzioni.
Nasce Citi Token Services, che secondo i massimi dirigenti del gruppo è l’ultima delle innovazioni per un banking moderno tra quelle concepite per i propri clienti istituzionali. A parlare è Shahmir Khaliq, che per Citigroup è leader della divisione globale dei servizi.
Lo sviluppo di Citi token Services è parte del nostro percorso per offrire i prossimi servizi di transazione bancaria sempre attivi, in tempo reale, ai nostri clienti istituzionali.
Il servizio per ora più importante tra quelli che sono stati annunciati riguarda la possibilità di tokenizzare depositi, ovvero di trasformare i propri depositi in token e poi trasferirli con i tempi, brevi rispetto al mondo classico bancario, della blockchain.
Ad interessare principalmente è dunque un settore dove fino ad oggi il punto di riferimento è stato Ripple, che pur ha già stretto accordi con tanti grandi gruppi bancari in tutto il mondo. Non è chiaro se il prodotto sarà pienamente competitivo con quanto offerto da Ripple o se si tratterà, magari più avanti, di soluzioni integrabili.
A sistemi simili sta già lavorando anche JP Morgan, sempre con una soluzione sempre proprietaria per coprire le medesime necessità. JP Morgan che è stata però battuta sul tempo, per quanto con ogni probabilità ne sapremo di più nelle prossime settimane sullo stadio evolutivo della propria soluzione.
Si tratta di un sistema in blockchain completamente proprietario e al quale si potrà partecipare solo in modalità permissioned, ovvero dopo essere stati autorizzati da Citi.
In questo senso l’impatto nei confronti del mondo crypto sarà certamente limitato – in quanto nessuno dei token attualmente coinvolti sul mercato sembrerebbe essere coinvolto.
Si tratta di una tipologia di soluzioni che avevamo già anticipato su queste pagine – e che sembra essere una delle possibili evoluzioni del matrimonio tra settore bancario e mondo delle blockchain. Che le banche cedano il controllo delle proprie infrastrutture è, per il momento, fantascienza. Fatti salvi quei casi in cui soluzioni crypto sono arrivate prima di quelle sviluppate in casa, come nelle partnership di Ripple.
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