Il capo di Solana ha pubblicato un accorato editoriale sulle pagine di Forbes, all’interno del quale ha lanciato un appello agli Stati Uniti affinché si cambi rotta con le crypto – e affinché arrivi una regolamentazione del settore che ne permetta lo sviluppo. E, con una captatio benevolentiae che certamente non mancherà di solleticare qualche vecchio istinto di Washington, ha prodotto un fiume di parole tutte sentite.
Questo all’interno di un discorso pubblico negli USA che finalmente sta entrando nella sua fase più calda e che vedrà intervenire altri top player del comparto, così come persone di diverse sensibilità politiche.
Questo per quanto è difficile che si muova qualcosa di concreto, almeno nel breve periodo e finché non ci sarà un eventuale avvicendamento alla Casa Bianca, con una buona parte dell’area dem che sembrerebbe essere d’accordo con quanto SEC sta facendo nel settore.
Il lungo editoriale del co-fondatore di Solana
Un editoriale lungo – e su una delle colonne più importanti del mondo media e finanza. A parlare è Anatoly Yakovenko, co-fondatore di Solana, che decide così di scendere in campo – all’interno di più ampie discussioni sul mondo crypto e Bitcoin e del ruolo che dovrebbe avere la politica USA in termini di possibile regolamentazione.
Sono nato nel regime sovietico in quella che oggi è l’Ucraina. Siamo arrivati in America quando avevo 11 anni. Anche a quell’età – ero conscio delle differenze tra il posto dove ero cresciuto – dove l’accesso agli asset e alle informazioni era controllato con un pugno di ferro – e la mia nuova casa – dove l’opportunità era senza vincoli.
Un’apertura magistrale – che tocca diversi temi del volksgeist statunitense: quello della terra delle libertà e delle opportunità e quello del paese che si era opposto alla ferocia sovietica.
Dopo un breve excursus sulla sua storia professionale, Yakovenko passa però al vivo della questione:
Oggi, una nuova generazione di migliaia di sviluppatori blockchain sta affrontando nuove avventure imprenditoriali. Molti di loro hanno progetti ambiziosi, che combatteranno contro i giganti corporate di oggi. Stanno costruendo reti wireless di proprietà degli utenti, network per la condivisione di mezzi, servizi di consegna, piattaforme social per competere un giorno con Comcast, Google, Uber e Facebook. Molti sono negli Stati Uniti. E, sempre di più, molti non lo sono.
Il riferimento è a quanto sta avvenendo negli USA, con diversi progetti blockchain e crypto che hanno deciso di accasarsi altrove, principalmente per l’ambiente ostile nei confronti di questo settore.
Incontro imprenditori promettenti ogni giorno, che vogliono costruire le prossime grandi innovazioni tecnologiche in America, ma non sanno come farlo seguendo le regole per una compagnia blockchain. Per le startup tipiche, il primo passo è fondare una società tramite LegalZoom spendendo 500$. Per le società blockchain, vuol dire spendere tempo, energie e spesso decine di migliaia di dollari in parcelle legali, cercando di strutturare il loro business per operare come prescritto dalla legge. È ampiamente documentata l’assenza di una strada per una ragionevole certezza legale nel settore.
E ha poi aggiunto:
Per i giovani imprenditori, l’assenza di regole chiare è terrificante. Vedono compagnie che valgono miliardi faticare per navigare il mare legale, e si chiedono come potrebbe sopravvivere il loro piccolo progetto.
La chiamata per una regolamentazione del settore
Il preambolo per quella che è un editoriale molto dettagliato e pubblicato su Forbes – punta in una direzione chiara. Chiedere regole più chiare per questo tipo di business, facendo riferimento – pur senza citazioni dirette – a quanto è avvenuto a Coinbase e a tante altre società che hanno scelto gli USA come base operativa.
Questo autunno, il Congresso avrà l’opportunità di votare su queste due leggi [il riferimento è alle proposte di quest’estate, bipartisan, NDR]. Non si tratta di leggi perfette. Nessuna legge lo è. Però come paese e come industria non possiamo permettere alla perfezione di essere nemica del miglioramento. Il Congresso dovrebbe continuare a sforzarsi in questo senso per proteggere la leadership tecnologica americana, offrire protezioni al mercato e promuovere internet libero e aperto. Sostengo gli sforzi di membri di entrambi i partiti per promuovere queste leggi e spero che i legislatori di entrambe le camere prenderanno tali proposte sul serio.
Un appello accorato – che troverà sponde certe in diversi player del settore. Che sia questo quello di cui la discussione pubblica aveva bisogno?