Dopo le polemiche di maggio, che qualcuno avrà anche trovato ingiustificate, Ledger conferma la volontà di implementare il suo servizio di Recovery, contestato da una parte ampia della community e che in diversi hanno indicato come possibile problema di sicurezza. Non senza però un attenzione maggiore a tutta la questione privacy, che è stata al centro di ulteriori polemiche.
A parlare è il CEO del gruppo, Pascal Gauthier, che conferma che entro fine anno il servizio dovrebbe essere attivo per tutti i clienti che ne faranno richiesta. Il servizio prevede la divisione del seed, post elaborazione, in tre parti che vengono consegnate a tre custodi diversi, aumentandone così il livello di sicurezza e aggiungendo una possibilità di recupero che altrimenti non ci sarebbe.
Il prodotto – tenendo conto anche di certe sensibilità all’interno del mondo crypto e Bitcoin – tornerà con ogni probabilità a far parlare di sé, con altrettanta probabilità con toni poco edificanti e con discussioni certamente accese.
Il servizio Recovery – che è stato uno dei temi più caldi dell’anno – sarà attivato entro fine anno. Sarà, come da progetto iniziale, valido soltanto per gli utenti che ne faranno richiesta e non ci saranno passi indietro da parte di Ledger. Questo a mesi dalle polemiche che in maggio avevano scosso Ledger stessa e che avevano portato, più recentemente, anche ad avvicendamenti ai massimi piani della società che produce hardware wallet.
Sul tema Gauthier ha avuto anche modo di tornare, la scorsa settimana, in un’intervista con la rivista americana The Block, descrivendo almeno in parte gli atteggiamenti della community.
Mi sono preso dei fischi [dei “boo” negli USA, NDR] al Bitcoin Miami. Si trattava del giorno successivo al caso Ledger Recovery, ed ero sicuro che mi stessero fischiando per questo.
In realtà, pare si trattasse del problema legato all’assenza di un wallet Bitcoin only e dunque non esattamente legato alla questione Recovery. Una questione che sempre secondo il CEO di Ledger la dice lunga su certe tendenze – dato che la questione del wallet Bitcoin risale al 2017.
Tra 6 anni avrai persone che mi fischiano in una conferenza a causa di Ledger Recover. Ci sta. È parte del gioco quando sei nelle cripto. Ad essere onesti però, ho pelo sullo stomaco.
Niente scontro frontale dunque, ma Ledger che si muoverà comunque nella sua strada, così da poter implementare un servizio che ritiene necessario – e vantaggioso almeno per una parte dei propri clienti.
Inutile forse aspettarsi che la questione possa considerarsi chiusa. L’implementazione di questa specifica funzionalità finirà per acuire le stesse preoccupazioni – e le stesse discussioni – alle quali abbiamo assistito in maggio.
Alla fine però c’è chi deciderà in autonomia di usare il servizio e chi si dirigerà verso altri produttori. È il mercato, bellezza, direbbe qualcuno.
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