Continuano i problemi legali per gli exchange. Questa volta però non si tratta degli USA e non si tratta di Binance. A finire sotto inchiesta è Bit Trade, operatore australiano collegato a Kraken, che è stato citato in giudizio (civile) da parte di ASIC, l’omologa di CONSOB in Australia.
Secondo quanto riportato da un comunicato stampa ufficiale, ci sarebbero delle irregolarità per i prodotti a margine che sono stati commercializzati in Australia, con l’exchange che avrebbe commesso errori nella categorizzazione del prodotto. Si tratterebbe infatti – questo il tecnicismo – di un prodotto che incorpora del credito – e che come tale si dovrebbe registrare.
Per la vice-presidente di ASIC si tratta, tra le altre cose, di un messaggio all’industria crypto. I prodotti, afferma, che sono commercializzati tramite exchange continueranno a essere di interesse di ASIC e – nel caso – anche oggetto di azioni civili, le uniche che l’agenzia governativa che controlla i mercati ha a disposizione.
Sembrerebbe di sì. A muoversi è infatti ASIC, che ha poteri di vigilanza e controllo sui mercati finanziari e che ha annunciato poche ore fa l’avvio di un’azione nei confronti di Bit Trade – che si occupa appunto della presenza dell’exchange sul territorio australiano.
Questo procedimento dovrebbe mandare un messaggio al’industria crypto: i prodotti [offerti dagli exchange, NDR] continueranno a essere monitorati da ASIC per assicurarsi che siano i linea con gli obblighi dettati dal regolatore per proteggere i consumatori. L’azzione di ASIC ricorda l’importanza di adeguarsi con gli obblighi di design dei prodotti e della loro distribuzione cosicché vengano proposti ai clienti in modo appropriato.
Questo il messaggio incluso nel comunicato stampa di ASIC e che è stato attribuito a Sarah Court, che occupa il ruolo di vice-presidente dell’agenzia governativa. A finire nel mirino del regolatore ci sono prodotti a margine che sono stati commercializzati a partire dal 2020 e che dal 2021 avrebbero visto la partecipazione di almeno 1.160 clienti australiani, che avrebbero totalizzato perdite per 12,95 milioni di dollari australiani.
L’irregolarità tra le altre cose sarebbe stato notificato a Bit Trade già nel giugno 2022. Nonostante la notifica, Bit Trade tramite Kraken avrebbe continuato a offrire tali prodotti al pubblico australiano.
La richiesta di ASIC consiste nel pagamento di un’ammenda e nella rimozione di tali prodotti dal mercato australiano. Non ci sono per il momento però date fissate per la prima udienza né è chiaro quali potrebbero essere le effettive conseguenze economiche per Kraken.
Secondo le leggi australiane, tali prodotti devono essere articolati in modo da soddisfare le necessità dei clienti/consumatori australiani e devono essere tra le altre cose proposti in modo targettizzato, cosa che ne proibisce nei fatti la commercializzazione verso un pubblico indefinito.
Almeno stando a quanto riportato da ASIC – che rimane però una parte in causa – tali obblighi non sarebbero stati soddisfatti. Per ora non ci sono risposte ufficiali da Kraken e non è chiaro quale sarà la reazione, anche legale, a queste accuse.
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