Le preoccupazioni che arrivano dal lontano oriente tornano a pesare su Bitcoin e sulle quotazioni del resto del settore crypto. Sì, ad agitare i mercati è ancora Evergrande – con la situazione di uno dei più importanti gruppi del settore immobiliare cinese (e globale) che si è rapidamente aggravata, dopo che il gruppo aveva annunciato l’impossibilità di rispettare gli impegni presi con i creditori soltanto qualche settimana fa.
Giù le borse asiatiche di riferimento e giù anche Bitcoin, che continua a lottare per rimanere sopra i 26.000$, livello soglia che per ora ha contribuito a limitare la discesa con una tenacia che forse in pochi avrebbero attribuito a $BTC, dato anche il particolare momento di mercato in termini di volumi e di profondità dei book.
È tutto finito? Saranno i fattori che arrivano dai mercati classici a dominare la scena, almeno per le prossime ore di trattative. Capire cosa sta succedendo diventa dunque fondamentale per evitare di rimanere invischiati in operazioni di trading potenzialmente pericolose – e anche per valutare quali sono le possibilità di rimbalzo.
A affondare Bitcoin, che in realtà però è in ottima compagnia perché lo stesso hanno fatto le principali borse asiatiche, è quanto sta avvenendo in Cina, e nello specifico dalle parti di Evergrande. Il gigante del settore immobiliare aveva già dato segnali di ulteriore difficoltà venerdì, comunicando l’impossibilità di proseguire con il piano di ristrutturazione che era stato precedentemente concordato con i creditori.
A questa già pessima notizia se ne è aggiunta un’altra: il gruppo non potrà più emettere bond, in quanto ci sarebbe un’indagine in corso su Hengda, il brand più prestigioso tra quelli che sono di proprietà del gigante delle costruzioni. Questo in una situazione di per se già compromessa, alla quale si aggiunge la nota difficoltà anche di Country Garden.
Preoccupazioni che hanno finito per affossare tutti i titoli di rischio, con Hang Seng che perde quasi il 2%, e con Shanghai che segue a ruota. Una situazione che non ha risparmiato durante la sessione neanche Bitcoin, che in genere proprio in concomitanza dell’apertura delle trattative in Asia tende a muoversi in parallelo con gli indici di borsa.
Lo diciamo ormai da settimane su queste pagine: i mercati finanziari, per quanto apparentemente calmi, stanno vivendo momenti di grande tensione, al termine di un ciclo di politiche monetarie restrittive e di preoccupazioni che arrivano principalmente da Europa e Cina.
A questa situazione si aggiungono quelle del mercato crypto delle ultime settimane, che fanno registrare volumi mai così bassi dal 2021 e in genere una disaffezione importante da parte degli investitori.
Sì. Questo sia perché a ottobre ci saranno le nuove scadenze per gli ETF Bitcoin Spot – sia perché arriveranno nuovi dati macro che dovrebbero lasciar intendere e anticipare le prossime mosse di Federal Reserve. Bitcoin rimane al palo – in attesa però di un evento, quello della possibile approvazione di un ETF Bitcoin Spot che potrebbe essere effettivamente la scintilla di un nuovo ciclo rialzista.
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