Il comparto stablecoin è il più importante del momento. Con i rendimenti dei bond mai così alti da quanto esiste il mondo crypto, essere emittente e/o gestore di uno stablecoin vuol dire poter presentare trimestrali record e che fanno invidia anche ai grandi gruppi bancari internazionali. È il caso di Tether, ma anche di USDC, con gli utenti che però non partecipano a questi introiti.
La questione è stata sollevata anche da Fabio Panetta di BCE, che ha indicato negli enormi introiti garantiti dalla gestione delle stablecoin una delle maggiori preoccupazioni per chi vorrà spingere le CBDC e l’euro digitale. C’è qualcuno però che avrebbe in mente di fare le cose diversamente.
Si tratta di USDM, che tramite un meccanismo simile a quello di Lido con lo staking Ethereum, vuole offrire almeno in parte i rendimenti che ottiene dalle sue dotazioni a chi… detiene il suo stablecoin. Il progetto è nato da poco – e abbiamo chiesto delucidazioni in merito a Martin Carrica, co-fondatore di Mountain Protocol.
Mountain Protocol è l’emittente di USDM, una stablecoin che offre rendimenti ai detentori del token, al contrario di quanto fanno i progetti che sono oggi più popolari e vantano maggiore capitalizzazione di mercato. No, non si tratta di uno strano schema come quello di UST in combinazione con Anchor: semplicemente vengono redistribuiti parte dei guadagni che il gestore ottiene dall’investimento (in titoli liquidi e sicuri come i bond USA) delle somme che hanno depositato gli utenti.
È un token ERC-20 e che dunque può essere utilizzato presso tutti i principali protocolli DeFi, investe le riserve in T-Bills, i titoli di debito USA a breve scadenza e offre delle ricompense giornaliere. Un meccanismo nuovo, che punta a condividere almeno in parte gli enormi guadagni che oggi rendono investimenti anche liquidi e sicuri.
Criptovaluta.it: Abbiamo 4 stablecoin con più di 1 miliardo di dollari di capitalizzazione (abbiamo escluso BUSD che è a fine vita). E poi ne abbiamo tanti altri che hanno riscosso minore successo. Perché USDM? Il mercato Stablecoin non è già sufficientemente affollato?
Martin Carrica (USDM): USDM permette agli utenti di accedere ai tassi “risk free” dei bond USA. Per molti detentori di USD, accedere a uno strumento che paga il 5% senza tradeoff sul rischio è una cosa ovvia da fare.
Criptovaluta.it: Gli utenti avranno finalmente la possibilità di ottenere una quota delle entrate degli stablecoin. Pensi che sarà un incentivo sufficientemente buono per rendere USDM popolare in un mercato così affollato?
Martin Carrica (USDM): Penso per il momento che i detentori “non sofisticati” [i piccoli retail, NDR] non passeranno a USDM, ma le istituzioni stanno sicuramente guardando in questa direzione. Sto scommettendo il mio tempo su questo, ma ovviamente potrei sbagliarmi. Chi vivrà vedrà.
Sono state scelte le Bermuda come luogo di incorporazione dell’impresa e dal quale verrà gestito il token. È una destinazione molto popolare per il mondo crypto, ma certamente esotica per i piccoli investitori. E per questo abbiamo chiesto delucidazioni a Martin Carrica.
Criptovaluta.it: Perché le Bermuda? Sappiamo che è una destinazione molto popolare per le imprese di cripto, ma allo stesso tempo non sono gli USA. C’è una ragione per evitare del tutto gli USA? Pensi che non sia ancora fattibile avere progetti articolati negli USA?
Martin Carrica (USDM): Gli Stati Uniti sono stati lenti nell’adottare una regolamentazione sensata per le criptovalute. E inoltre gli USA hanno attaccato, in modo aggressivo, il comparto crypto. Se hai gli smart contract e la DeFi non hai bisogno di intermediari o di agenti di trasferimento.
Criptovaluta.it: USDM è conforme a MiCA? Lo sarà mai? Gli utenti europei avranno accesso sia al token che al programma di condivisione delle entrate?
Martin Carrica (USDM): Non abbiamo ancora esaminato approfonditamente il MiCA, né abbiamo collaborato con clienti europei fino ad ora. Dato l’asset vive in DeFi, è accessibile ai clienti di tutto il mondo. Stiamo aspettando di vedere come il MiCA sarà effettivamente implementatao nel 2024 e sulla base di ciò registreremo di conseguenza – oggi è troppo presto per dire se MiCA sarà adatto a noi.
Criptovaluta.it: Pensi che USDM sarà in grado di prosperare senza una stretta collaborazione con gli exchange? Ci sarà presto un annuncio riguardo alle partnership?
Martin Carrica (USDM): Stiamo lavorando con molti exchange, che sono i nostri principali clienti oggi. Aspettatevi annunci a breve.
Criptovaluta.it: I tassi di interesse sono attualmente molto alti, il che rende USDM molto attraente grazie al suo meccanismo di condivisione delle entrate. Pensi che sarà altrettanto attraente quando i tassi scenderanno a livelli più normali?
Martin Carrica (USDM): Alcune persone torneranno a non ottenere alcun rendimento. Alcuni resteranno e otterranno qualcosa piuttosto che niente. Il nostro focus è sulle imprese, dove piccoli rendimenti significano molte entrate nel complesso.
Criptovaluta.it: Hai degli obiettivi? Quanta capitalizzazione vuoi raggiungere, diciamo tra 2 anni da ora?
Martin Carrica (USDM): Non c’è modo di rispondere a questa domanda. Come industria, mi aspetto che le stablecoin raggiungano i 1.000 miliardi in 2-3 anni.
Criptovaluta.it: Pensi che USDM abbia un vantaggio grazie alla sua residenza nelle Bermuda rispetto a Tether, che opera dalle Isole Vergini Britanniche? Pensi che avrà importanza? E riguardo agli stablecoin USA come USDC?
Martin Carrica (USDM): Penso che il nostro vantaggio sia essere regolamentati. Gli utenti possono capire cosa stiamo facendo e fidarsi di ciò che viene verificato da una terza parte indipendente e qualificata che mette la sua reputazione normativa in gioco.
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