Era tutto falso. In molti diranno e vorrei vedere, altri flexeranno sui social network di non aver mai creduto a una virgola di quanto detto da Sam Bankman-Fried. Ora arriva la conferma da uno dei personaggi che componevano il suo cerchio magico. A deporre ieri nel corso del processo del secolo per il mondo crypto è stato infatti Gary Wang.
Wang, tra i quadri più importanti di FTX, rischia fino a 50 anni di galera e – al contrario di quanto si potrebbe pensare – non avrebbe ricevuto offerte per sconti di pena in cambio della sua pena collaborazione. Al centro della testimonianza di Wang, oltre a questioni che interesseranno più i rapporti tra Bahamas e Stati Uniti, anche il buco dai 8 miliardi che, secondo Wang, non era una novità per il comandante in capo dell’exchange.
In altre parole, SBF era conscio dell’enorme buco, della discrepanza tra asset dei clienti e asset effettivamente presenti, già quando aveva rassicurato il mondo intero con un laconico messaggio diffuso via Twitter. Parleremo di questo caso anche sul nostro canale Telegram ufficiale – dove troverai migliaia di appassionati e anche gli esperti della nostra redazione.
O almeno lo sapevano i soggetti in grado di prendere le decisioni in quel momento. Lo scenario sono gli ultimi concitati giorni di esistenza di FTX: dopo il fuggi fuggi dall’exchange in molti avevano ragionevolmente iniziato a dubitare della consistenza delle riserve di FTX. Secondo Gary Wang però, le rassicurazioni di Sam Bankman-Fried non sarebbero state effetto di conoscenze sbagliate dell’effettiva situazione da parte di SBF, ma un tentativo di coprire ciò che di lì a poco sarebbe diventato di pubblico dominio.
FTX non stava bene. E gli asset non c’erano.
Questo il laconico messaggio che all’interno dell’aula di giustizia dove si sta tenendo il processo a SBF ha rimbombato nonostante la flebile voce di Wang. In altre parole, SBF era pienamente al corrente della situazione e dell’importante ammanco che avrebbe portato al fallimento.
Una situazione dunque diversa da quella che SBF aveva rappresentato tanto via Twitter prima del fallimento, tanto successivamente: in pubblico Bankman-Fried aveva infatti incolpato dell’ammanco una gestione non corretta della contabilità – che avrebbe colto anche egli stesso di sorpresa.
Dall’altro lato c’è da valutare l’effettiva posizione di Sam Bankman-Fried all’interno del processo. Gli ormai ex dirigenti di Alameda e FTX sembrano essere tutti pronti a testimoniare contro l’ex CEO dell’exchange – rivelando dettagli compromettenti su una situazione già compromessa.
Per ora le testimonianze sono state tutte a sfavore di SBF – e non si sono registrati possibili appigli per la sua difesa. Wang, tra le altre cose, ha aggiunto che i fondi dei clienti erano stati n parte persi, in parte utilizzati per investimenti. Vedremo poi se questa testimonianza sarà confermata dalle carte che emergeranno durante il processo.
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