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Tegola LEGALE per il mondo crypto | Causa da catena supermercati

Altri problemi legali per il mondo crypto. Questa volta...
1 anno fa
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Tutti o quasi gli appassionati crypto conosceranno Trader Joe, exchange automatico e decentralizzato che ha anche ottenuto una certa popolarità. Forse qualcuno in meno conoscerà però Trader’s Joe, catena di supermercati statunitense che però da oggi diventerà nota almeno agli investitori nel settore crypto.

La catena ha infatti citato in giudizio Trader Joe per l’utilizzo del nome di cui è proprietaria tramite marchio registrato e a sostegno della sua tesi ha inserito nella citazione in giudizio anche parte del marketing utilizzato dall’AMM. Una questione che ha già avuto un impatto relativamente importante sul prezzo del token $JOE sul mercato, per quanto forse sarebbe stato lecito aspettarsi di peggio.

Una citazione in giudizio che forse in pochi si sarebbero aspettati, ma che ricorda al tempo stesso che con la popolarità possono arrivare, anche per le piattaforme crypto, dei problemi legali che si pensavano relegati alla “vecchia economia”. Non è così, almeno per Trader Joe.

L’exchange decentralizzato di crypto citato in giudizio

A finire citato in giudizio è Trader Joe, un exchange decentralizzato che ora, avendo la possibilità di tornare indietro, probabilmente deciderebbe di chiamarsi in un altro modo. Il nome infatti è stato mutuato da una popolare catena di supermercati negli Stati Uniti, Trader’s Joe, con gli avvocati della catena che ora si fanno sentire e citano per l’appunto in giudizio… il DEX.

Altri problemi legali per il mondo crypto

Non è chiaro per il momento quali potrebbero essere le conseguenze per Trader’s Joe né chi sia stato chiamato a rispondere della citazione in giudizio. Il progetto è infatti decentralizzato e si dovrà vedere chi sarà ritenuto responsabile tanto della scelta del nome, tanto delle conseguenze legali di tale scelta.

Trader’s Joe è un protocollo comunque sì popolare, ma che detiene uno share di mercato piuttosto contenuto: parliamo di una TVL di circa 77 milioni e di scambi di poco superiori, per il mese di settembre, ai 25 milioni di dollari. Cifre certamente contenute rispetto ai leader del settore, ma comunque da attribuire a un progetto di un certo successo. Trader’s Joe è operativo su Avalanche e si è successivamente accasato anche su Ethereum, Arbitrum e BNB.

Di che tipo di causa si tratterà?

Il filing risale allo scorso 5 ottobre e attiene al copyright sul marchio. La causa avrà eventualmente luogo in California, a patto che no ci siano soluzioni e accordi extra-giudiziali. La citazione in giudizio riguarda il co-fondatore del progetto Cheng Chieh Liu, cittadino cinese che secondo il filing avrebbe attualmente residenza in quel di Singapore.

Difficile però risolvere il resto della questione: il team che ha lanciato Trader Joe è in larga parte anonimo e con ogni probabilità potrà evitare la causa. Una causa che sarà interessante sia per capire come verranno attribuite responsabilità, sia per vedere chi sarà costretto, nel caso, a pagare i danni.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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  • Che buffonata estrema.

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