Bitcoin rimane saldo a fronte di un dato sull’inflazione certamente non entusiasmante, ma che non deve essere neanche fonte di grande paura. Core ancora alta – ed è a quella che guarderà Federal Reserve – mentre la CPI è al tempo stesso più tenue, ma anche ancora lontana dal target del 2%. Il quadro macro è invariato, anche per Bitcoin, ma è comunque il caso di fare il punto della situazione.
Una situazione che d’ora in poi, a meno di clamorose sorprese, dipenderà anche da altro. L’inflazione segue un lento percorso ribassista dopo il rimbalzo estivo – ma le preoccupazioni che domineranno i mercati saranno appunto altre.
Preoccupazione che però potrebbe risparmiare Bitcoin, che come vedremo all’interno del nostro numero del Magazine oggi – potrebbe anche decidersi, finalmente, a maturare come asset ottimale per i momenti di turbolenza.
L’inflazione classica rimane statica, ma non è quella a contare. Il dato che farà probabilmente sorridere i mercati – e con il senno di poi anche Bitcoin. È la Core inflation, quella che non tiene conto dei volubili prezzi di energia e alimentari, quella che Jerome Powell ritiene più importante, a far sorridere. Si scende a 4,1%, seguendo le previsioni però degli analisti e dunque non agitando granché, neanche in positivo, i mercati.
Nel numero del Magazine di oggi ci occuperemo proprio di questo. Ovvero che per Bitcoin possa esserci un futuro diverso. Non più asset di rischio, ma nei momenti di crisi sistemica una sorta di porto sicuro, come storicamente ha fatto l’oro. Ci sono basi per ragionare in questo senso? Potete scoprirlo nell’ultimo numero del nostro Magazine. E potete anche venire a discuterlo sul nostro canale Telegram ufficiale.
L’incertezza è ancora preponderante. Nonostante infatti l’arrivo di un dato importante e decisivo come l’inflazione, la situazione è lungi dal poter essere letta con agilità. Sulla banca centrale più importante del mondo grava infatti lo spettro di una recessione – anche negli USA – e la possibilità che ci siano ulteriori ripercussioni da situazioni geopolitiche come quella ucraina e quella in Israele.
Nonostante nella giornata di ieri Bitcoin abbia avuto una pessima performance, non ci sono motivi di essere eccessivamente preoccupati. Bitcoin continua e con ogni probabilità continuerà a muoversi all’interno di un canale piuttosto stretto, in attesa che diventi più lineare la lettura delle condizioni economiche globali.
Il settore altcoin è ancora la maggiore fonte di preoccupazione, anche per il fatto che Bitcoin continua a comportarsi come se fosse il dollaro del mondo crypto. Dobbiamo pertanto prestare massima attenzione a avventure senza protezioni (sì, intendiamo lo stop loss) anche su token a elevata capitalizzazione.
Il rischio che ci siano movimenti, in entrambi i sensi, rimane sensibilmente più alto di quello presente su Bitcoin. Per chi ha il cuore debole, forse non è il momento giusto per approcciarsi al mercato, per quanto diverse quotazioni facciano pensare a diversi livelli di prezzo interessanti per chi guarda al medio e lungo periodo.
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Vedi Commenti
Fantastica truffa la "core inflation", che esclude dal paniere i beni che la gente deve comprare più spesso, quindi più rappresentativi dell'inflazione reale, perché "volatili" (eh... certo).
Non che il cpi sia più credibile, con i beni comprati più spesso che a loro volta dipendono dall'inflazione (quando un bene inizia a costare troppo molti passano ad un bene di qualità inferiore, che finisce nel paniere dando l'illusione di un'inflazione minore.. che invece è "nascosta" nel calo della qualità).
Che pseudoscienza idiota l'economia fiat.