Nella tarda serata di ieri sono state pubblicate le trimestrali di Tesla, il gruppo che fa capo a Elon Musk e che produce auto elettriche. La cosa interesserà gli appassionati di criptovalute e di Bitcoin perché la società ha da tempo una quantità interessante di $BTC in portafoglio. E perché in concomitanza con le trimestrali vengono rivelate eventuali vendite dell’asset.
La buona notizia, che diamo subito, è che Tesla anche durante questo trimestre non ha venduto i suoi Bitcoin. Il gruppo continua a detenere, secondo la documentazione diffusa, 9.720 Bitcoin, senza che le riserve siano state intaccate. Si tratta comunque di una quantità di BTC certamente inferiore rispetto a quelli del primo acquisto, con il gruppo che – dovrebbe essere ormai noto ai nostri lettori – ha proceduto in passato a liquidazione di parte delle sue riserve.
Discuteremo questa notizia e tutte le altre più importanti della giornata anche sul nostro canale Telegram ufficiale – dove diffondiamo anche notizie brevi dell’ultima ora, segnali e dove la nostra redazione è aperta alle domande di migliaia di utenti.
Tesla non ha venduto nessuno dei suoi Bitcoin. Il gruppo continua nella sua strategia di holding e continua pertanto a detenere 9.720 Bitcoin, per un controvalore di poco superiore ai 275 milioni di dollari. Dotazioni importanti per una società quotata, ma certamente secondi al primo gruppo quotato in borsa che detiene BTC, Microstrategy di Michael Saylor.
Le mosse di Tesla su Bitcoin hanno in genere un impatto importante sul prezzo di Bitcoin, per quanto si tratti ormai di dotazioni relativamente ridotte e che a rigor di logica e a rigor di matematica non possono avere un impatto eccessivo sul mercato.
Con il dato che è ormai pubblico, le speculazioni degli appassionati e degli investitori in Bitcoin si occuperanno delle future strategie di Tesla, che con Bitcoin ha una sorta di conto aperto: Elon Musk aveva infatti annunciato di essere pronto a riaprire a pagamenti in Bitcoin una volta che questo avesse raggiunto almeno il 50% di energie rinnovabili per il mining. Soglia che per diversi think tank che si occupano della vicenda è stata già raggiunta.
Per ora nulla. E con ogni probabilità non cambierà nulla per le prossime settimane e per i prossimi mesi, almeno sul fronte Tesla. L’azienda non dovrebbe cambiare a breve la propria politica su $BTC e con ogni probabilità non riaprirà, se non prima dell’approvazione dell’ETF Spot di BlackRock e degli altri gestori.
L’approvazione – almeno a nostro avviso – potrebbe cambiare anche la percezione da parte di certi investitori appassionati di ESG sul mining – e dovrebbe nel complesso aiutare, cosa che sta già facendo, quanto si scrive sui grandi giornali in merito all’inquinamento di Bitcoin. Una situazione che in realtà abbiamo già analizzato sul nostro Magazine e che per quanto ampiamente ingigantita, continua a essere una questione importante per $BTC, o almeno per la percezione che il grande pubblico ha del suo ecosistema.
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La domanda che ci dovremmo porre in questo momento è "Perchè Elon Musk non acquista ancora bitcoin?" penso che se il bull market fosse realmente vicino Musk avrebbe già aumentato le sue posizioni. Visto i suoi precedenti sembrerebbe conoscere i movimenti del mercato in anticipo o al limite ha il potere di influenzarli.