C’è un’altra causa a spaventare almeno parte del mondo crypto. A muoversi è di nuovo New York, che oggi aperto la procedura che vedrà al banco degli imputati Genesis, Geminmi e anche Digital Currency Group. Si tratta degli strascichi dei problemi che sono nati con il chapter 11 di Genesis, che a sua volta è controllata da DCG e che deteneva la liquidità del programma Earn di Gemini, in uno dei casi più complicati di sempre.
L’accusa è di aver frodato più di 230.000 investitori – di cui quasi il 10% in quel di New York, per una cifra che è appunto superiore al miliardo di dollari. La questione è legalmente complicata e si basa su diverse questioni che sono emerse in un altro processo molto importante per tutto il mondo crypto, quello a Sam Bankman-Fried, ex CEO di FTX.
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New York continua a essere il centro nevralgico delle cause al mondo crypto. Questa volta a muoversi è il procuratore generale Letitia James, che ha aperto un caso contro Gemini, Genesis e Digital Currency Group.
L’accusa riguarda il miliardo e oltre di dollari che erano sui piani Earn di Gemini l’exchange e che invece sono spariti dopo l’avvio delle procedure fallimentari di Genesis, che a sua volta è controllata dal gigante Digital Currency Group, gigante che tra le altre cose controlla un’importante società che sta tentando la conversione in ETF Bitcoin Spot del suo trust.
L’azione di oggi è soltanto l’ultima del Procuratore Generale James nel mettere un freno all’industria crypto e proteggere gli investitori.
Si tratta infatti dello stesso procuratore generale che ha avviato le cause contro Celsius e anche contro CoinEX in passato.
Le accuse si basano su fatti che sono emersi anche durante il processo a Sam Bankman-Fried. Per una durata consistente i fondi di Genesis erano inferiori ai depositi dei clienti, e una parte consistente di questi erano stati affidati a Alameda, il cui crollo ha poi causato effetti a catena che sono arrivati fino ai clienti di Gemini.
Sempre secondo la procura, ci sono state in questo periodo rassicurazioni sulla consistenza dei fondi che però non avevano alcuna corrispondenza con la realtà. Gemini si è detta sorpresa dell’inclusione tra gli indagati, dato che sarebbe, a sua detta, vittima della situazione e non carnefice.
Più complessa la posizione di DCG, che è società che controlla Genesies: a più riprese avrebbe occultato documentazione finanziaria che avrebbe reso l’ammanco evidente, pur comunicando al pubblico la perfetta tenuta dei fondi e delle attività.
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