SEC ha ritirato le accuse contro il CEO di Ripple Brad Garlinghouse e contro l’ex ceo del medesimo gruppo Chris Larsen, i quali erano citati come imputati nella complessa querelle legale che ha visto contrapposta l’agenzia a Ripple Labs, società che gestisce l’ecosistema Ripple. Si tratta di una vittoria a 360° per Ripple, per quanto non definitiva.
Al contrario di quanto hanno scritto in tanti sui social, la questione tra SEC e Ripple non è ancora finita, con l’agenzia che si concentrerà adesso soltanto verso il caso centrale verso Ripple Labs, quello sul quale si è già espresso il giudice Analisa Torres e che ha visto prevalere, almeno in prima battuta, proprio Ripple Labs.
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Prima di stappare bottiglie di quelle buone, è necessario specificare il fatto più importante: SEC si è ritirata dal procedimento contro Chris Larsen (ex-CEO di Ripple) e Brad Garlinghouse, che è a capo di Ripple Labs oggi. Non è stata invece chiusa l’altra questione, la più importante, quella che riguarda Ripple nel suo complesso e che vorrebbe definirla a 360 gradi una security, che è poi la questione più importante.
Che cos’è successo? Le parti hanno deciso di comune accordo di chiudere il procedimento con pregiudizio, cosa che vuol dire che il procedimento non potrà essere riattivato in futuro.
Ripple canta vittoria e parla di una SEC che si sarebbe arresa e che avrebbe capitolato dopo aver commesso l’errore di aver messo in stato di accusa i dirigenti della società.
Continua così un pessimo filotto da parte di SEC, che pochi giorni fa ha incassato una sconfitta – questa volta senza ritiro preventivo – contro Grayscale, con i giudici che hanno contestato le motivazioni addotte dall’agenzia per i passati dinieghi verso gli ETF Bitcoin Spot.
I mercati hanno reagito positivamente, ma va tenuto conto del fatto che il processo più importante, quello programmato per aprile, si terrà – e che sarà quello il dibattimento nel quale si deciderà il futuro di XRP negli Stati Uniti. Sarà una causa complicata, con il giudizio preliminare di Analisa Torres che è stato già contestato da altre corti in casi simili e che sono andati a giudizio più recentemente.
Sarà una causa importante non solo per Ripple, ma anche per le altre crypto coinvolte in casi simili, almeno in assenza di un intervento del Congresso a stretto giro di posta. Un intervento che sembrerebbe essere fuori discussione, data la presenza di schieramenti fortemente ostili all’interno del Congresso. In altre parole, difficile vedere novità importanti a livello legale prima delle prossime elezioni.
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