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Crypto e Bitcoin: brutte notizie dalla Cina | Pronto altro attacco

Nulla di nuovo sotto il sole di Pechino. Anche il nuovo governatore della banca centrale avvisa Bitcoin e crypto.

Nuovo governatore della Banca Centrale, vecchie abitudini. Pan Gongsheng ha confermato 48 ore fa che la banca centrale di Pechino sarà impegnata in diverse attività di prevenzione e di repressione, tra le quali quelle, in realtà già presente, ai danni di Bitcoin e criptovalute. Chi si aspettava un’apertura da parte della Cina, o meglio un ritorno sulla piazza, dovrà dunque ancora aspettare.

Parola d’ordine mantenimento della stabilità, anche quando si cercherà di integrare progresso all’interno del sistema. L’altra parola d’ordine è invece controllo, sia a livello macro sia a livello di supervisione finanziaria. Niente di nuovo, verrebbe da dire parafrasando un noto romanzo, ma questa volta sul fronte orientale.

Siamo stati sempre tra i più scettici della nuova narrativa cinese – e lo abbiamo confermato anche sul nostro Magazine. Siamo pronti a parlarne anche sul nostro Canale Telegram Ufficiale – dove troverai sia la nostra redazione, sia gli appassionati che seguono il nostro sito, il primo hub informativo in lingua italiana su Bitcoin e crypto.

Niente di nuovo a Pechino, deluso chi si aspettava un pronto ritorno cinese sul mercato crypto

La prossima bull run non potrà passare dalla Cina. Nonostante in molti – anche tra personaggi rilevanti come Justin Sun – hanno continuano a spingere sulla cosiddetta narrativa cinese, ovvero sul ritorno della bull run insieme a quello della Cina sul mercato, non sarà così.

Cina dura Crypto
Cina ancora molto dura

A ricordarlo, in un report specifico, è il nuovo governatore della banca centrale cinese, che ha ricordato come anche il suo mandato sarà un mandato contraddistinto da controlli, stabilità e di nuovo controlli.

Controlli che colpiranno gli scambi illegali di oro, la speculazione più in generale e nello specifico, afferma il nuovo capo della banca centrale cinese, anche la speculazione sulle valute virtuali. Anche senza nominarle, si riferisce direttamente al mondo crypto e a quello di Bitcoin, di fatto e legalmente illegale in Cina, nonostante il paese faccia registrare ancora volumi interessanti, almeno in presenza di un ban pressoché totale.

  • E ora?

Ora c’è poco da fare, almeno prima di vedere le forme in cui si materializzerà questa lotta senza quartiere alle criptovalute, lotta iniziata ormai da anni e che ha avuto già un effetto dirompente sui prezzi del comparto. Ci sarà da chiedere conto a chi ha sostenuto il ritorno della Cina, anche sul piano legale, a una maggiore apertura al mondo crypto.

Anche a Hong Kong si può tornare indietro

L’altro sguardo di diversi analisti era diretto verso Hong Kong, che secondo molti stava operando come una sorta di paese test sulle politiche che poi la Cina avrebbe implementato a Pechino. Anche qui ora sembra difficile sostenere che le cose stiano effettivamente così, sia in virtù di un recente crackdown verso un exchange locale e in virtù di una circolare rilasciata venerdì scorso.

All’interno di tale circolare vengono sottolineati certi rischi che sono associati a crypto che costituiscono sul piano finanziario uno strumento di investimento complesso.

Questi rischi non sono ragionevolmente compresi dagli investitori retail, e devono essere pertanto considerati come strumenti di investimento complessi.

La cosa, se dovesse poi trasformarsi in linea guida, potrebbe restringere l’accesso a diverse criptovalute per la cittadinanza di Hong Kong.

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ste
ste
1 anno fa

scusate magari non ho capito io ma esattamente come bloccano le transazioni in Cina? cioè Binance che opera in tutto il mondo in CIna cosa fanno lo bannano?.. vorrei sapere tecnicamente in che modo bloccano le transazioni crypto in questo paese, non fosse altro perchè come le bloccano li oggi allora le possono bloccare anche qui domani. grazie