Sono in molti a ritenere il Lontano Oriente il prossimo snodo fondamentale per l’evoluzione del mondo crypto. Non soltanto in termini di investimenti, ma anche di regolamentazione del settore. Dopo Hong Kong, ora è Taiwan ad aprire a un complesso di regole più chiare e che – dall’altro lato – limiteranno il Far West che secondo diversi detrattori si sarebbe già sviluppato.
C’è una legge organica per il settore, che sta già girando in parlamento e che sta avendo la sua prima lettura. Il processo adottato è di quelli brevi, segno dell’interesse affinché si giunga presto a una conclusione, e presto anche Taiwan potrebbe aggiungersi alla lista di paesi che si sono dotati di un complesso di leggi per Bitcoin e crypto.
L’Europa si è già mossa. Rimangono invece al palo gli Stati Uniti, che ancora non sembrano aver trovato la quadra, complici anche visioni molto diverse tra i due partiti, quello repubblicano e quello democratico. Anche di questo possiamo parlare sul nostro canale Telegram ufficiale, insieme alla nostra redazione e ai tanti amici del nostro sito.
Taiwan: profumo di regole crypto
Ci siamo, o meglio, ci siamo quasi. Il complesso di leggi che andrà a normare Bitcoin e più in generale il mondo crypto ha fatto la prima comparsa a Taiwan. Ci sarà adesso la prima lettura delle leggi che dovrebbero migliorare la protezione dei clienti, instaurare un regime di permessi per gli exchange.
Gli exchange tra le altre cose si raccoglieranno, in modo obbligatorio, in un’associazione di categoria che avrà anche lo scopo di auto-regolamentare almeno parte delle operazioni.
Delle regole nel loro dettaglio avevamo già parlato in agosto, quando queste erano in fase di redazione in attesa che arrivassero appunto in parlamento.
Ci sarà bisogno ora di due letture e con ogni probabilità il processo non sarà terminato prima di gennaio. Da anno nuovo però, anche Taiwan potrà dire di avere un mercato regolamentato per quanto riguarda il settore crypto.
*Cosa cambia ora?**
Ci sarà maggiore certezza per gli operatori che operano già o che hanno deciso di operare nel paese. Ci saranno maggiori protezioni – almeno secondo i legislatori – per i consumatori e ci sarà un trasferimento di ampi poteri in capo all’associazione di settore.
Un sistema che dovrà produrre i suoi effetti già dall’approvazione e che potrebbe offrire un altro punto di vista sulle modalità di regolamentazione del settore.
Quella delle regolamentazioni rimane una delle questioni più dibattute su scala globale. Il MiCA andrà a uniformare la disciplina in Europa. Si fanno passi avanti anche a Hong Kong (per quanto minori di quanto raccontato da certe testate) mentre negli USA si temporeggia ancora.
La sensazione è che a Washington si potrà fare poco prima di un avvicendamento alla Casa Bianca. Sì, per quanto possa sembrare assurdo, la prima economia finanziaria del mondo ha ancora problemi nel trovare una quadra intorno a questi asset.