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Crypto: ok a regole nel Regno Unito | A gennaio già…

Nuove Regole in UK: la lettura ci sarà a gennaio. Ecco cosa cambia.
1 anno fa
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Nel Regno Unito ci siamo. Non è cambiato granché rispetto a quanto avevamo già visto qualche mese fa, e – a meno di altri intoppi – vedremo una votazione sulle nuove regole che riguarderanno crypto, stable e più in generale il comparto del quale ci occupiamo tutti i giorni su Criptovaluta.it.

Il passaggio era necessario – e sarà da qui che si partirà per normalizzare un comparto che nel Regno Unito ha incontrato già diversi problemi, a partire dal diritto di pubblicizzarsi. Problemi che hanno visto la ritirata di diversi intermediari di grande spessore, a partire da Binance, proprio per la difficoltà di muoversi in un contesto di scarsa chiarezza.

Regole che sono diverse da quelle che abbiamo già visto in Italia, che sono tutte di carattere fiscale come se alle autorità nostrane interessasse più fare cassa che a offrire un terreno chiaro per il quale comunque arriverà il MiCA a dirimere diverse questioni. Vieni qui a parlarne sul nostro canale Telegram.

In UK si parte presto: a gennaio la prima lettura in parlamento

Finalmente ci siamo. Sebbene il Regno Unito non faccia più parte dell’Unione Europea, avrà comunque il suo complesso di regole che riguarderanno crypto, Bitcoin e anche le stablecoin. Il governo ha chiuso il testo che proporrà già in gennaio al parlamento, e sul quale la politica UK sarà chiamata a decidere.

Non tutto è deciso: FCA, che ricopre lo stesso ruolo di CONSOB nel Regno Unito, valuterà la possibilità di un regime che preveda una licenza preliminare da ottenere da parte degli exchange prima di poter operare nel paese.

Non ci sarà inoltre nulla sulla DeFi, in quanto fenomeno che in parte è coperto dalle leggi della finanza classica e che almeno in parte non sembrerebbe interessare a Londra.

Per quanto riguarda invece le stablecoin, queste saranno regolamentate successivamente tramite un intervento di FCA, che stabilirà dei paletti per quelle che sono legate al peg con una valuta effettivamente esistente e dunque a riserve.

Cambierà relativamente poco in termini di quanto si può fare e non si può fare nel Regno Unito, con la differenza che però le regole saranno una volta per tutte chiare – e stabiliranno cosa si può fare e cosa non si può fare, senza ricorrere necessariamente all’analogia con strumenti della finanza classica.

Il rischio dei diritti particolari

Per quanto Londra stia lavorando anche con Singapore e altri paesi per una disciplina comune quantomeno sul tema degli asset tokenizzati, il rischio è quello di avere un asseto simile a quello della finanza classica, ovvero con tante regole quanti sono i paesi.

Rischio concreto, che finirà per materializzarsi con le recenti strette. Questo nonostante gli appelli di diverse autorità internazionali che volevano fissare un minimo comune sul quale lavorare.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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