C’è una combinazione di fattori che potrebbe rendere il 2024 un anno assolutamente esplosivo per quanto riguarda il prezzo di Bitcoin e anche la sua rilevanza come asset. No, nessuno qui sta parlando di prezzi stellari nel giro di poche settimane: è un discorso più complesso, che vi invitiamo a seguire e anche di venire a discutere sul nostro Canale Telegram.
Da un lato ci sono gli ETF, dei quali abbiamo parlato poco prima, ma c’è anche l’halving e ci sono anche movimenti interessanti su Grayscale – e non solo in termini di gap del NAV con il valore delle quote (ne parleremo tra poco).
Sta tornando il sereno, per quanto l’entusiasmo diffuso sia estremamente sospetto per chi è appena uscito da un bear market fatto di lacrime e sangue. Vediamo insieme quali sono questi fattori che, almeno a nostro avviso, potrebbero però corroborare la tesi rialzista su BTC.
Ne abbiamo già parlato diffusamente in uno speciale del nostro Magazine molto fortunato e che vi invitiamo a leggere fosse anche soltanto per capire cosa succederà nel mondo di Bitcoin.
Bitcoin ha una politica monetaria predefinita, che ogni circa 4 anni dimezza i Bitcoin di nuova produzione, quelli che vengono emessi con ogni nuovo blocco. Senza entrare ora nelle minuzie che riguardano l’impatto sul prezzo di Bitcoin nei precedenti cicli, basterà sapere che ci saranno meno nuovi Bitcoin per i miner, e che quindi questi dovranno far fronte alle spese esercitando una pressione di vendita minore.
I mercati stanno prezzando parte dell’entusiasmo? Probabilmente sì. Altrettanto probabilmente ci sarà però da considerare una quantità di capitali importanti che cercherà di accaparrarsi quote dei fondi.
Tali fondi dovranno acquistare necessariamente Bitcoin sul mercato e dovranno pertanto esercitare una pressione rialzista sullo stesso. Che si parli di 14 miliardi o di 20 per il primo anno, sarà una buona spinta.
Grayscale, che è poi controllata da Digital Currency Group, gestisce un enorme fondo che con ogni probabilità riuscirà a ottenere la conversione in ETF.
Su questo specifico punto c’è qualcosa di cui non si parla: Digital Currency Group ha in mano molte quote del fondo stesso ed è anche un gruppo che è all’interno di diverse situazioni problematiche con le sue controllate.
Una conversione in ETF potrebbe dare una grossa mano al gruppo a completare un percorso di recupero al quale dedicheremo uno speciale in separata sede e che riteniamo essere uno degli sviluppi potenzialmente più importanti.
Il sentiment è tornato quello di un tempo: qualunque tipo di notizia sembra venga interpretato in senso positivo, anche quando in altre circostanze ci sarebbero stati degli effetti negativi sul mercato.
È uno dei segnali più chiari di bull market o comunque del fatto che ci si sta avvicinando a quello stato di grazia che ha entusiasmato i portafogli di molti nel 2021.
Gli argomenti di cui sopra sono parecchio solidi. Vedremo se Bitcoin risponderà nel modo in cui “tutti si aspettano”.
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