Lo scetticismo non è soltanto degli specialisti che abbiamo intervistato qualche tempo fa sulla nostra testata. Le CBDC, a parlare questa volta è il vice-presidente di Mastercard per l’area APAC, avranno problemi in termini di adozione, dato che il pubblico è ormai abituato a utilizzare soluzioni che ritiene comode e che, aggiungiamo noi, sono rapide e mediamente poco costose.
Arriva la bocciatura da una società, pertanto, che forse avrà certamente qualche interesse in gioco ma che al tempo stesso ha certamente più esperienza delle burocrazie nazionali e internazionali nella creazione e nella gestione di pagamenti. E di una società che in diversi luoghi del mondo sta fornendo know how e infrastruttura per lo sviluppo di valute digitali. I dubbi, pertanto, continuano a montare, mentre da Bruxelles e Francoforte fanno sapere che si tirerà dritto.
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Parla il vice-presidente di una delle società mondiali più importanti per il mondo dei pagamenti, ovvero Mastercard. E sottolinea quanto in realtà in tanti pensano, anche da scranni certamente meno prestigiosi. Al centro c’è l’adozione delle valute digitali delle banche centrali, o in altre parole le cosiddette CBDC, gruppo nel quale si dovrà iscrivere anche l’euro digitale una volta che vedrà finalmente la sua nascita.
La parte difficile è l’adozione. Se hai delle CBDC del tuo wallet, dovresti avere la possibilità di spenderle ovunque tu voglia – in modo simile al contante oggi.
Un messaggio in realtà breve che però mostra il cuore della questione, quello sul quale stanno dibattendo appassionati e specialisti e che lascia forse più a desiderare: la possibilità di rendere programmabile questa moneta e di permetterne la spesa in modo limitato.
Il vice-presidente di Mastercard ha sottolineato anche che in realtà i consumatori si trovano parecchio a proprio agio con i sistemi di pagamento attuali e che le giustificazioni per le CBDC sono scarse, almeno nei paesi dove l’infrastruttura di pagamenti è già avanzata.
Non c’è una ragione per implementare CBDC [si riferiva a Singapore, NDR]. C’è tuttavia ragione per utilizzarle come wholesale per i pagamenti interbancari.
Una posizione che arriva da una società che sta lavorando alacremente, di concerto con diversi governi, proprio allo sviluppo di queste soluzioni.
Forse ancora più curiosa la chiamata alle armi verso il mondo crypto, invitato a partecipare allo sviluppo di queste “nuove” tecnologie, magari con un atteggiamento più aperto.
In realtà però sono in diverse ad aver già partecipato a questo tipo di attività, come ad esempio Ripple, ma anche altri progetti in diversi paesi del mondo.
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