Bitcoin continua a rimanere in orbita 38.000$, complice un sentiment complessivo che è rimasto positivo anche durante la particolare settimana della Festa del Ringraziamento negli Stati Uniti. Una settimana storicamente contraddistinta da volumi non eccellenti e da scarsa attenzione ai mercati che è stata però comunque un buona settimana per $BTC.
C’è stato spazio anche per diversi aggiornamenti sugli ETF, così come per discussioni tra SEC e chi sta cercando di far approvare un prodotto di portata storica.
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Per Bitcoin si chiude una settimana che ha visto anche accese discussioni sulle commissioni. Una discussione che è stata innescata anche da un “errore” che ha visto un miner incassare 83 Bitcoin da una singola transazione. Che si tratti di errore o meno, non è questo l’aspetto più interessante per quanto riguarda le commissioni di Bitcoin.
Il grafico rappresenta, in arancione, il totale delle commissioni che sono state incassate dai miner. Il picco di maggio e quello più recente di novembre sono imputabili al ritorno di fiamma di ordinals e inscription, sui quali la discussione all’interno della community di appassionati. È comunque un segnale di utilizzo, per quanto forse non ortodosso del blockspace di Bitcoin. Il dato che ne dobbiamo ricavare è anche che l’aumento delle commissioni non può essere correlato ad un aumento importante delle transazioni classiche.
Gli investitori spot non ci sono ancora. Quello che intendiamo dire è che gli acquisti diretti di Bitcoin sono ancora una parte molto ridotta dei volumi.
C’è un altro dato molto interessante per quanto riguarda i volumi sui futures. Secondo i dati che sono diffusi da CFTC, che è l’agenzia governativa che negli USA governa proprio il mercato dei derivati.
Il grande balzo è dovuto all’impegno maggiore da parte degli asset manager, categoria dentro la quale vengono ricompresi tutti quegli intermediari che offrono gestione capitale. Mancano ancora all’appello per volumi interessanti gli hedge fund.
Il segnale nel complesso è chiaro: il grosso dell’aumento dell’interesse per Bitcoin e per l’esposizione verso questo asset dipende, in larga parte, da quegli asset manager che stanno proponendo ai clienti $BTC anche e soprattutto in attesa dell’arrivo degli ETF Spot.
Su questo fronte ci sono state diverse novità che aprono a un certo ottimismo nei confronti di Bitcoin e di questi veicoli di investimento.
BlackRock ha avuto a inizio settimana l’ennesima interlocuzione con SEC: tema del contendere è la modalità con la quale gli AP dovranno versare sottostante all’interno dell’ETF. Secondo le più recenti indiscrezioni, BlacKRock preferirebbe in kind, ovvero un versamento diretto in Bitcoin.
SEC invece sarebbe di avviso diverso: preferirebbe cash che poi verrebbe convertito dal broker designato dagli ETF. Questo per evitare il ricorso a exchange non regolamentati. Il punto di BlackRock a riguardo è che comunque i Bitcoin a un certo punto del ciclo potrebbero passare da scambi non USA. Si tratta comunque, nel complesso, di una questione che sarà certamente limata.
Più interessante invece l’ultimo aggiornamento da parte di 21Shares e ARK: è comparsa all’interno del form la scritta “non offrirà esposizione diretta a Bitcoin”. Anche qui siamo a tecnicismi: chi compra l’ETF è tecnicamente esposto verso l’ETF stesso. Quanto aggiunto non deve essere in alcun modo fonte di preoccupazione.
La settimana che si è appena conclusa è stata la settimana della Festa del Ringraziamento, che da sempre è contraddistinta da una riduzione importante dei volumi di scambio su tutte le piazze finanziarie.
La vera conferma sui livelli di prezzo di Bitcoin non potrà che arrivare lunedì, quando i mercati saranno appunto tornati alla normalità.
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