È arrivato il momento di parlarne. Il prossimo ciclo del mondo crypto e Bitcoin avrà, almeno negli USA, un nuovo top player. È una questione interessante tanto per il mondo crypto quanto per l’intersezione che questo specifico settore ha con il mondo della finanza tradizionale. Oggi è il momento di guardare un attimo a Tom Farley, che tutti presentano – correttamente – come ex presidente del NYSE e che ormai dal 2021 è attivo in questo comparto.
Nonostante se ne parli ancora troppo poco, se non per le notizie legate all’acquisizione di Coindesk e al tentativo di resuscitare FTX, è un segnale, almeno a nostro avviso, importante di quanto sta avvenendo nel mercato crypto e Bitcoin nel suo complesso e di quanto potremo aspettarci per il futuro, almeno negli USA, degli scambi e del mercato.
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Tutti vogliono una fetta del mercato Bitcoin e crypto
La situazione è la seguente: la prematura dipartita di FTX e le difficoltà di Binance negli USA hanno lasciato uno spazio enorme nel più importante dei mercati finanziari del mondo. Un gap che in parte potrebbe essere certamente colmato dagli exchange esistenti negli USA, come Coinbase e in parte Kraken, ma che lascerà anche spazio a diversi attori più istituzionali.
Il primo caso, quello più evidente, è quello degli ETF, che almeno su Bitcoin finiranno per accaparrarsi una quota rilevante degli scambi. Il secondo caso riguarda le grandi manovre che a nostro avviso stanno ruotando tutte o quasi intorno a Bullish, exchange semi-sconosciuto dalle nostre parti ma che ha già messo a segno un colpo che ne conferma le ambizioni.
Qualche giorno fa è arrivata la notizia dell’acquisizione, da parte dello stesso gruppo che gestisce l’exchange, del 100% delle quote di Coindesk. Ci sono almeno due fatti interessanti che riguardano questa vicenda: il primo è che le quote sono state acquistate cash, delineando così un buon momento finanziario mentre in tanti, nel comparto, continuano a fare fatica, dati anche i bassi volumi sul mercato, in particolare per quei clienti che portano più denaro in termini di commissioni.
Il secondo fatto è che a vendere il popolare, potente e iconico giornale crypto è stata Digital Currency Group, il conglomerato di investimenti crypto di Barry Silbert, che ha una delle controllate in Chapter 11, questioni complesse da risolvere, nonché un trust Bitcoin che ha 640.000 coin in portafoglio e che sta disperatamente cercando di diventare un ETF.
Almeno per i più romantici questo passaggio di mano è tanto finanziario quanto simbolico e potrebbe denotare un cambio di paradigma che sarà quello che dominerà il prossimo ciclo: arriveranno società più quadrate, più strutturate, meno punk e con più legami con la finanza tradizionale.
Basterà infatti guardare a chi ha investito in bullish: oltre a Novogratz di Galaxy, c’è anche il gruppo bancario giapponese Nomura, che per quanto sia già invischiato nelle questioni crypto da tempo, con un suo investimento contribuisce a attribuire crismi di istituzionalità a chi riceve poi quegli investimenti. +
Il caso del reboot di FTX
L’altro aspetto interessante che riguarda Bullish e il suo CEO Tom Farley è il tentativo di resuscitare FTX. Non è un’operazione soltanto pubblicitaria, ma il segnale del fatto che tecnologia e mercato USA interessano, anche per un’eventuale fase b.
Fase b che sarà però governata, è questo il segnale da portarsi a casa se si vuole capire cosa sta succedendo sul mercato e in particolare alla sua struttura. Gli ETF sono parte di questo, ma non è l’unico movimento che punta, ancora una volta a nostro avviso, in questa direzione.
Quanto potrà beneficiare di tutto ciò il progetto Bakkt del proprietario di Intercontinental Exchange cioè la società che possiede tutto il mercato NYSE? Gtrazie