Che la terra gli sia lieve. Nella tarda serata – ora italiana – di martedì 28 novembre, Berkshire Hathaway ha comunicato la morte di Charlie Munger, braccio destro storico di Warren Buffett e – per quel che interessa i lettori di Criptovaluta.it – uno dei più feroci avversari di Bitcoin.
Il famoso investitore muore all’età di 99 anni e a poche settimane dal raggiungimento di quota 100, dopo aver segnato con una vita fatta di investimenti, donazioni filantropiche e interventi mai banali la storia dei mercati, in particolare quelli tradizionali. Non sarà però questo il luogo per radunare le – troppe, ce ne rammarichiamo – offese che abbiamo già letto sui social network all’indirizzo di chi, legittimamente, aveva un’opinione molto diversa dalla nostra su Bitcoin.
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Muore Charlie Munger: leggenda degli investimenti, della filantropia e nemico giurato di Bitcoin
Charlie Munger è stato tante cose nella sua vita: investitore con un impatto storico su una generazione di appassionati, braccio destro dell’Oracolo di Omaha Warren Buffett, nonché commentatore mai banale e dotato di wit, come dicono gli americani, semplicemente l’arguzia, come diremmo noi italiani. E, non dimentichiamolo, uno shitposter professionista.
Charlie Munger muore a 99 anni dopo una vita piena di soddisfazioni e dopo aver avuto un impatto estremamente importante sui mercati, sulla loro comprensione e anche sulla teoria del value investing, il mantra che ha fatto la fortuna di Berkshire Hathaway, di Warren Buffett e più in generale di tutti i suoi investitori.
- Mai morbido con Bitcoin
Molti dei nostri lettori che non hanno seguito il cursus honorum da finanza classica a Bitcoin e crypto avranno conosciuto Charlie Munger a causa delle sue uscite, non sempre morbide, verso $BTC e più in generale il mondo crypto.
Non fatemi parlare di Bitcoin, il grosso questi investimenti andrà a zero.
E anche:
A volte le chiamo crapp-o [gioco di parole tra crap, merda e crypto, NDR]. È semplicemente ridicolo che qualcuno compri questa roba.
E ancora:
Non sono per niente orgoglioso del mio paese per aver permesso questa mer** – che io chiamo crypto **rda. Non ha valore, è fuori di testa, non è niente di buono, non farà nulla se non danni, è antisociale permetterne l’uso.
E tanto per confermare la sua reputazione di lingua senza alcun pelo sopra:
Credo che le persone che siano contrarie alla mia opinione siano idiote.
I morti con i morti, i vivi con i vivi: la community può essere meglio di così
Opinioni così caustiche su Bitcoin e crypto hanno offerto il fianco, anche dopo la notizia della morte di Charlie Munger, di attaccarlo con messaggi, tweet e commenti non sempre urbani.
Il nostro messaggio, per quanto sia venuto a mancare uno dei più acerrimi nemici del mondo che seguiamo ogni giorno su queste pagine, è di fare meglio di così. Perché tali toni, quelli usati da Munger, non sono esattamente estranei al mondo degli appassionati Bitcoin e perché uno scontro così vivace, non ci nascondiamo dietro un dito, piaceva anche a noi.
Per il resto, per chi crede, una preghiera per una persona appena scomparsa, alla quale andrà quantomeno riconosciuto di aver donato più di 500 milioni di dollari nel corso della sua vita in beneficenza. Qualcosa del quale, al netto delle sue posizioni su Bitcoin, gli dovrebbe essere riconosciuto il merito.
Un grande investitore senza alcun dubbio e se vi ricordate ho sempre rispettato i suoi commenti su bitcoin perchè preferisco il confronto allo scontro però mi sono chiesto “come mai da una parte critica le cripto e dall’altra investe in una banca cripto brasiliana?” La risposta la sapremo probabilmente dal suo socio e altrettanto grande investitore Buffet.
Riposa in pace CHARLIE.