Mentre tutti gli sguardi sono concentrati sulle importanti ultime novità che arrivano dal mondo ETF, c’è tanto altro che sta avvenendo, relativamente dietro le quinte, per Bitcoin. Il dato al quale vogliamo guardare oggi non è la prima volta che viene utilizzato nelle nostre analisi: riguarda la quantità di Bitcoin che sono custoditi dagli exchange.
Per quanto almeno in parte tale dato, raccolto sia da CryptoQuant che da Glassnode, potrebbe essere impreciso, il trend è tale da meritare comunque un’analisi, soprattutto alle porte di un cambiamento epocale anche per come verrà custodito Bitcoin una volta che sarà disponibile appunto l’ETF.
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Che il 2023 non sarebbe stato un buon anno per gli exchange è stato chiaro già dai primissimi mesi dell’anno. SEC è intervenuta a gamba tesa contro Binance, Coinbase e più avanti anche contro Kraken, per due volte. Neanche noi però avremmo potuto immaginare cosa sarebbe accaduto nei mesi successivi.
Il dato, che è riportato nel grafico che ci è stato offerto da Glassnode, è piuttosto impietoso. Nonostante la corsa al rialzo di Bitcoin, con il prezzo che chiuderà con ogni probabilità l’anno su livelli molto superiori a quelli di inizio anno, continuano la fuga dei $BTC dalla custodia degli intermediari centralizzati.
In parole più povere: ci sono sempre meno $BTC custoditi sugli exchange. Sarà complice la paura per il fallimento degli stessi? Sarà l’arrivo di prodotti OTC che vengono offerti soltanto a clienti facoltosi da parte delle banche? Cosa sta succedendo davvero?
Difficile a dirsi ora, anche se il dato è comunque interessante anche in relazione a quanto sta maturando per gli ETF Bitcoin.
I custodi saranno sì in parte degli exchange, come Coinbase, ma con servizi aggiuntivi e separati di custodia, cosa che non potrà invertire il quadro rappresentato nel grafico. Anzi, contribuirà quasi certamente a peggiorarlo.
La cosa in realtà va di pari passo con un periodo relativamente buio in termini di volumi di scambio. Quest’altro grafico descrive in modo plastico cosa sta avvenendo ancora una volta sugli scambi centralizzati.
Il dato riguarda le criptovalute nel complesso, ma sono comunque una buona rappresentazione anche di quanto sta avvenendo nel caso specifico di Bitcoin.
Sempre meno scambi, con novembre che è stata un’eccezione che però è lontana dai volumi raggiunti nel marzo 2023, volumi che rispetto a 2021 e 2022 sono comunque molto bassi.
La cosa, della quale abbiamo già parlato più volte qui e sul nostro Magazine settimanale, sarà di interesse nel valutare la tenuta degli exchange, o meglio dei loro introiti, che sono in funzione dei volumi di scambio.
Per ora la situazione continua a sembrare piuttosto complessa, in particolare per gli exchange che avevano strutture anche societarie molto costose. I tagli ci sono stati già e dovrebbero essere sufficienti, ma servirà una ripresa del mercato di questo tipo, ovvero in termini di volumi, per poter dire che il peggio è passato.
Gli ETF, lo ripetiamo, andranno almeno in parte a peggiorare questa situazione.
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