Abbiamo intervistato in esclusiva Henri de Jong, che è dietro il progetto EURD, un progetto che sarà il primo, dicono i gestori, ad essere perfettamente compliant con il MiCA e con il futuro che sarà per il mondo delle criptovalute nel nostro continente.
Il progetto ha certamente del merito: è di proprietà di Quantoz, società attiva da tempo nel settore dei pagamenti digitali (e non solo), ha la vidimazione della Banca Centrale dei Paesi Bassi e gira su una chain, quella di Algorand, che ha già occupato una parte certamente rilevante di quanto attiene all’intersezione tra settore “pubblico” e mondo blockchain.
È stata un’intervista molto lunga e la pubblicheremo in più parti, anche per affrontare i temi più salienti che abbiamo avuto l’onore di approfondire con Henri de Jong. Vieni a discutere anche di questa esclusiva di Criptovaluta.it sul nostro canale Telegram, insieme alla nostra redazione e a tanti dei nostri lettori.
EURD: il primo “token” legato all’euro con tanto di ok di una banca centrale
L’arrivo del MiCA – qui abbiamo intervistato in esclusiva Stefan Berger, tra i principali promotori di questo impianto legale per le crypto – cambierà le carte in tavola del mondo crypto e anche di quello legato alle stablecoin. Per quanto Henri de Jong non definisca così la prossima creatura di Quantoz, è di questo ambito che stiamo parlando. Con una nota preliminare: quanto è stato scritto in termini di euro digitale su Algorand non è esattamente corretto.
Criptovaluta.it – Buongiorno Henri, abbiamo letto il comunicato stampa di Algorand, che parla della release futura di… non è una stablecoin, vero?
Henri de Jong: No, non è una stablecoin. È un token di moneta elettronica, è un metodo di pagamento ufficiale in Europa.
Criptovaluta.it – Siete registrati con la Banca Centrale dei Paesi Bassi…
Henri de Jong: È così, abbiamo una licenza della Banca Centrale dei Paesi Bassi: è moneta digitale su infrastruttura blockchain.
Criptovaluta.it: Perfetto. Ma tecnicamente come funzionerà? Algorand ha lasciato intendere che non sarà un token come gli altri, che si dovrà interagire con una API…
Henri de Jong: Su Algorand vengono chiamati ASA [Algorand Standard Asset, l’equivalente di token fungibili su altre chain, NDR]. Ogni token che viene messo da Quantoz Payments sulla blockchain di Algorand ha come riserva 1 euro che è custodito in un conto bancario di fiducia che è custodito dalla Fondazione.
Criptovaluta.it: Quindi sarà un prodotto con una riserva. C’è qualcuno che potrà controllare la consistenza di quelle riserve? Con altri stablecoin abbiamo questo problema, della verifica di conti offshore, come funzionerà con EURD?
Henri de Jong: Avremo conti bancari con entità europea. Ci sarà un auditor che verificherà la corrispondenza tra token emessi sulla blockchain e quanto c’è nei conti bancari come riserva. E non dovreste dimenticare che siamo sotto la supervisione della Banca dei Paesi Bassi e non è qualcosa che le stablecoin non fanno. Le stablecoin non sono sotto la supervisione delle banche centrali.
Criptovaluta.it: E cosa ne farete delle riserve? Come per gli altri stablecoin saranno investiti in titoli a breve scadenza / basso rischio?
Henri de Jong: MiCA ci permette di investire in asset a basso rischio come i bond denominati in Euro.
Criptovaluta.it: Questo può essere un business molto lucrativo se i tassi rimarranno alti come adesso. Credi che però sia sostenibile in uno scenario di lungo periodo con tassi invece molto bassi nell’area euro.
Henri de Jong: Se i volumi saranno sufficienti – e questo sarà il caso – non riteniamo che sia un problema.
Banche centrali, “stablecoin”, altre chain
Ci sono diversi punti interessanti di questo nuovo approccio al mondo delle stablecoin, per quanto da Quantoz non vogliano definirli così. Dalla supervisione della banca centrale all’audit completo, passando per la chain scelta.
C’è tanto altro che Henri de Jong ha rivelato ai nostri microfoni, e ne parleremo nelle prossime esclusive firmate Criptovaluta.it, che pubblicheremo una volta al giorno, fino a quando l’intervista sarà conclusa.