Il prezzo delle crypto è principalmente influenzato da ciò che avviene sulle blockchain, ovvero dove si sviluppa a livello tecnologico la vita dei token quotati. Su di esse vengono registrate una serie di informazioni relative alle transazioni ed alle applicazioni decentralizzate (dApps) che sopra vi operano. Queste informazioni che girano sulla blockchain sono note come dati-on chain.
Facciamo una premessa: questa serie di dati non si vede se si guarda esclusivamente l’andamento del prezzo della crypto, ma riveste un ruolo fondamentale per comprendere la solidità, lo sviluppo e l’apprezzamento di una blockchain presso developers ed utenti.
Per lo studio dei dati on-chain sono stati sviluppati una serie di tools con aziende che forniscono dati e metriche a supporto della loro comprensione. Tra queste, la società più nota è Glassnode, che su Criptovaluta.it utilizziamo per condurre studi e pubblicazioni delle nostre analisi on-chain.
Glassnode è un strumento per fare analisi analisi on-chain, con dati e metriche relative alle transazioni e alle attività sulle blockchain di numerose crypto. Consente di valutare la solidità, l’adozione e la distribuzione di un token, oltre a valutare i fattori che ne influenzano il prezzo. Tutto ciò è reso possibile grazie a strumenti di visualizzazione grafica e analisi.
L’utente ha la possibilità di consultare i dati, utilizzando alcuni strumenti messi a disposizione di Glassonode in versione gratuita, per poi accedere a funzionalità a pagamento che aumentano la profondità delle analisi. Il tutto si basa su metriche consultabili in dashboard o workbench personalizzate, con la possibilità di sviluppare propri indicatori e algoritmi di analisi.
Il nucleo dei dati e delle metriche si trova nella suite GlassnodeStudio. Qui, abbiamo un numero elevato di metriche, come evidenziato dall’immagine allegata, suddiviso per Categorie.
Ad esempio, con riferimento al Bitcoin, come prima categoria abbiamo i dati relativi agli “Addresses”, che comprende 23 metriche di analisi sugli indirizzi. La seconda è relativa ai “Derivates”, con 16 metriche che approfondiscono gli scambi che si verificano esclusivamente sui future e opzioni.
Nell’immagine relativa a Bitcoin, abbiamo 20 categorie di analisi, per un totale di 478 metriche. Alcune metriche si ripetano in quanto, come tipologia, rientrano sotto più categorie. In questo panorama, l’utente poi deve costruire il vestito più adatto alla sua tipologia di analisi, creando così un approccio su misura.
Non tutti i token hanno un numero così elevato di metriche, le quali variano a seconda della struttura della blockchain se in Proof of Work (PoW) o Proof od Stake (PoS).
Nell’immagine seguente, abbiamo riportato la categoria “Active Addresses” con la serie di 23 metriche che la compongono. Attenzione che alcune sono praticamente identiche, varia solo la quantità a cui si riferiscono, come si può osservare per gli “Addresses with Balance”.
Le singole metriche possono essere anche visualizzate su uno stesso grafico, utilizzando la funzione compare. Di seguito, presentiamo un setup operativo di facile creazione ed utilità relativo al Bitcoin, composto dalle seguenti metriche: Active Addresses (linea blu), New Addresses (linea gialla), Total Addresses (linea verde) e gli Addresses with Non-Zero Balance (linea grigia).
Le prime tre metriche sono di facile intuizione e si riferiscono agli indirizzi attivi, a quelli di recente creazione e al loro totale storico. Invece gli “Addresses with Non-Zero Balance” (linea grigia), indicano gli indirizzi che contengono un saldo positivo (diversa da zero) di BTC.
Questo setup operativo può dare un’informazione chiara all’utente, riguardo all’interesse del mercato nei confronti della crypto, in particolare attraverso l’analisi degli Active Addresses e alla crescita di quelli Non – Zero Balance. Ad esempio un ritorno di coin su quest’ultimi indica un possibile ritrovato interesse degli utenti sul token.
Gli indirizzi vengono esplosi da Glassnode, anche in base alla quantità di coin detenute, partendo da quantità bassissime per arrivare a quelle da Whales o balene, con oltre 10.000 BTC depositati. Questi indirizzi possono essere consultati in termini di controvalore, sia in cripto che in dollari.
Le metriche coprono gli Addresses with Balance ≥ 0,1 fino ai 10K BTC e le si trovano sia nella categoria Addresses che in quella Distribution. Nell’immagine allegata riportiamo l’esempio, con l’attuale andamento su Bitcoin degli indirizzi che vanno da 1 a 10K. Al momento della stesura, gli Addresses with Balance ≥ 10K sono 110 (linea gialla), in contrazione rispetto all’inizio dell’anno quando erano 116.
Invece si può notare come gli indirizzi che detengono almeno 1 BTC, durante il 2023 sono stati in forte crescita. Osservando la linea azzurra, si vede che si attestano ad oltre 1 milione di indirizzi.
Le metriche relative al Balance forniscono informazioni rispetto al tipo di investitori che detengono una determinata crypto. Quando si verificano degli incrementi nel numero di indirizzi delle whales, si può supporre che ci siano grossi investimenti ed interessi.
Nella categoria della Supply troviamo 22 metriche, tra queste abbiamo una metrica semplice ma utile, la “Circolanting supply” che indica l’offerta di un token in circolazione.
Ad arricchire il quadro Glassnode ha sviluppato anche la “Adjusted Circulating Supply” che tiene conto delle coin perse. Questo importo è stimato considerando tutte le crypto, che non si sono mosse da più di 7 anni. Per cui questa metrica è disponibile solo per token con una certa anzianità.
In allegato riportiamo il setup operativo con le due metriche. Linea gialla indica la Circolanting Supply, mentre con la linea azzurra abbiamo la Adjusted Circulating Supply che evidenzia una forte perdita di BTC nel tempo.
Un’altra metrica con un forte impatto visivo è il “Bitcoin: Relative Address Supply Distribution”, che riguarda la distribuzione relativa alla supply circolante di una crypto tra gli indirizzi.
Nell’esempio allegato, viene riportata la quantità totale di Bitcoin circolanti, suddivisa in percentuale tra gli indirizzi ponderati in base al numero di BTC che detengono. Gli indirizzi che possiedono tra 10 e 100 BTC hanno il 22,56% dell’offerta circolante.
Una metrica ancora più informativa è la “Circulating Supply in Profit/Loss” che indica il numero di BTC circolanti che sono in profitto o in perdita. Il grafico a istogrammi, visualizza in modo intuitivo l’andamento nel corso del tempo. Le colonne blu evidenziano la supply in profit, mentre le colonne in rosso indicano quella in perdita. La linea gialla indica la supply totale
Un’evoluzione del grafico precedente è l’espressione dei dati in percentuale, fornendo così la quantità delle coin circolanti che si trovano in profitto, nota come “Percent Supply in Profit” presente nella categoria Profit/Loss.
Analizzando sempre l’andamento di Bitcoin, si osserva dal grafico allegato che, al momento di questa stesura, con BTC al prezzo di 41,968$ il 90,35% del circolante è in profitto.
Questo indicatore ha due aree opposte: una alta in rosso ed una inferiore in verde. Quando l’offerta in profitto si avvicina all’area rossa, indica una zona di potenziali massimi di mercato. Viceversa, quanto la linea del Percent Supply entra nell’area verde, siamo in una possibile fase dei minimi di mercato.
Il quadro è arricchito delle metriche relative alla valutazione complessiva del profitto di una coin, abbiamo il “SOPR (Spent Output Profit Ratio)”, che si trova nella categoria Market Indicators composta da ben 37 metriche .
Il SOPR può essere classificata come una metrica di santiment, la sua formula ha una certa complessità, ma il risultato finale fornisce un’istantanea del profitto o della perdita complessiva di tutte le transazioni in un dato periodo di tempo (1 giorno/1 ora).
Valore SOPR = 1: significa che in media, una coin è venduta per lo stesso prezzo al quale è stata acquistata.
SOPR > 1: in media la crypto è venduta con profitto. Maggiore è il valore superiore a 1, maggiore è il profitto medio dell’intero mercato.
SOPR < 1: le persone vendono la loro crypto in perdita. Minore è il valore più alta è la perdita.
In allegato abbiamo riportato il SOPR su Bitcoin. I valori estremi di questa metrica possono indicare potenziali condizioni di ipercomprato o ipervenduto.
Sempre nella categoria Market Indicator, Glassnode offre una serie di metriche che forniscono risultati sulla base della capitalizzazione di mercato di un token e la sua capitalizzazione realizzata. Questi calcoli hanno lo scopo di indicare quale dovrebbe essere il “valore equo” di una crypto e come si sta comportando il prezzo e ciò permette di valutare se il prezzo è sovrastiamo o sottostimato.
Queste metriche sono il “MVRV (Market Value to Realized Value)” e il “MVRV Z-score” che è un evoluzione del primo.
Il MVRV (Market Value to Realized Value) può essere utilizzato come strumento analitico per possibili segnali “mean reverting“.
Un MVRV elevato indica che sul mercato c’è un alto tasso di token in profitto non ancora realizzato. Pertanto è possibile che gli investitori liquidino posizioni per incassare. Storicamente, valori sopra > 3,5 indicano potenziali massimi ciclici.
Un MVRV basso indica che i possessori del token, hanno bassi profitti non realizzati o stanno subendo importanti perdite non realizzate. Ciò indica la probabilità che possano capitolare con ribassi o che ciò sia già accaduto, ma al contempo ciò suggerisce che l’asset è sottovalutato. Storicamente valori di MVRV < 1 segnalano una possibile area di minimi del mercato ribassista.
Il “MVRV Z-score”, lo possiamo definire un’evoluzione dell’indicatore precedente e serve a valutare quanto un token è sopravvalutato o sottovalutato. La base di calcolo è il rapporto tra la differenza tra capitalizzazione di mercato e capitalizzazione realizzata e la deviazione standard della capitalizzazione di mercato.
Nell’immagine allegata, il grafico mostra una zona rossa superiore e una zona verde inferiore. Quando il prezzo è significativamente superiore al fair value, si trova nella zona rossa, storicamente indicativa di possibili massimi; mentre al contrario, nella zona verde, suggerisce possibili minimi.
Un altro ventaglio di informazioni proviene dalle metriche di Glassnode, relative ai Profitti e Perdite non realizzati. La metrica più nota è quella “Unrealized Profit/Loss (P/L)” della categoria Market Indicators, e fornisce informazioni sul guadagno o la perdita teorica, del token detenuto, basato sul prezzo di acquisto rispetto al prezzo corrente.
Questo calcolo è possibile grazie ai dati on-chain, confrontando il prezzo di acquisto nell’indirizzo di ogni investitore con il prezzo di mercato attuale. Nell’esempio allegato, presentiamo l’andamento di Bitcoin, dove l’indicatore è caratterizzato per scala di colori.
L’utilità di questo indicatore risiede nella possibilità di valutare il sentiment del mercato. Nell’esempio, molti detentori di Bitcoin stanno registrando guadagni non realizzati consistenti, come indicato dal colore verde dell’indicatore.
La metrica sopra esposta, non è deve essere confusa con il “Crypto Fear & Greed Index”, sempre tra le metriche di Market Indicators nella sezione Fear & Greed. Dal punto di vista grafico, presenta somiglianze con il precedente ed è uno strumento che valuta il sentiment del mercato.
Questa metrica si basa su diversi fattori, tra cui la volatilità del mercato, volume delle transazioni, dominance, ect. Tutti questi elementi sono aggregati per generare un punteggio che rappresenta, “paura” (Fear) o “avidità” (Greed).
Questo strumento aiuta a identificare il sentiment prevalente su una crypto e può essere utilizzato come indicatore contrarian. Estremi di paura o avidità possono suggerire una possibile inversione del trend.
Glassnode, attraverso la categoria Lifespan, fornisce un’ampia gamma di metriche relativamente ai tempi di acquisto e possesso di una coin sugli indirizzi.
Nell’immagine allegata riportiamo quelle relative a Bitcoin, dove la categoria si compone di 63 metriche, ma non spaventatevi perché sono simili, varia solo la durata a cui si riferiscono, come si vede dall’immagine allegata. A loro volta le 63 metriche sono raggruppate per sezioni.
La categoria Lifespan varia a seconda dei token considerati, ma soprattutto sul tipo di blockchain su cui lavorano, se in Proof of Work o Proof of Stake. Di seguito alleghiamo la situazione con riferimento ad Ethereum, dove le metriche di Lifespan si riduco a 19 rispetto alle 63 di Bitcoin.
Tra queste metriche, la più nota è quella relativa al “HODL Waves”, che fornisce una visualizzazione della distribuzione temporale delle coin in base al periodo di detenzione. L’offerta totale è divisa in diversi “strati o onde” a seconda di quanto tempo una coin è stata tenuta senza essere trasferita.
Se una coin si trasferisce da un’onda di acquisto a breve termine a quella più vecchia, potrebbe significare una tendenza degli investitori all’HOLD. Viceversa, il passaggio da un onda anziana verso quelle più recenti, suggerisce un aumento delle attività a breve termine, con tendenza a liquidare.
Nell’immagine allegata abbiamo riportato i cambiamenti nella distribuzione temporale relativamente al Bitcoin. Attualmente, possiamo vedere (strato viola) che il 12,243% dei BTC sono in deposito sugli indirizzi da oltre 10 anni. Il 7,002% ha un tempo di detenzione tra 7 e 10 anni (strato blu), e così via si può scendere fino alle 24 ore.
Una derivazione dell’indicatore precedente è il “Realized Cap HODL Waves”. La differenza è sottile e la possiamo rappresentare così, con riferimento al Bitcoin. Le onde HODL considerano la proporzione relativa dell’offerta di BTC nelle varie fasce di età rispetto all’offerta di BTC circolante.
Ad esempio, un Realized Cap HODL Waves del 5% di monete tra 7 e 10 anni, indica che il 5% del valore massimo realizzato in USD deriva da monete di età compresa tra 7 anno e 10 anni. Pertanto, combina l’età delle coins e il peso economico in un unico parametro, tiene conto dei cambiamenti nella valutazione del mercato nel tempo e attribuisce meno peso alle coins più vecchie. In sintesi: il Realized Cap HODL Waves aggiunge un elemento chiave incorporando il valore realizzato.
Dall’immagine allegata, possiamo vedere che il grafico rispetto al precedente è molto più fluido e dinamico, con pesature differenti. Il valore realizzato dai BTC in detenzione da >10Y è pari allo 0,001% a confermare la convinzione all’accumulo degli addresses più vecchi.
Nella categoria Lifespan, troviamo una ampia serie di metriche relative alla l’offerta totale di una coin che è rimasta inattiva per un tot di anni.
Queste metriche sono sotto il nome di “Percent of Supply Last Active” e vanno da un’anzianità di 24 ore fino ai 10 anni, ovviamente poi dipende anche da quando è nato il token oggetto di analisi.
Questa metrica indica che più un token resta inattivo negli anni, più è alta la tendenza all’HODLing. Viceversa una diminuzione di questa percentuale potrebbe suggerire un aumento delle attività di vendita a breve termine o delle transazioni in generale.
Nell’immagine allegata di Bitcoin, abbiamo riportato la Percent of Supply Last Active da 1 a 10 Years. Sostanzialmente si può vedere la tendenza su tutte le età all’accumulo.
Un’altra metriche basata sui concetti di durata e detenzione di una crypto è la “Dormancy” presente nella categoria Lifespan.
La Dormancy è un indicatore che misura l’inattività delle coin su una blockchain e fornisce informazioni sull’attività degli utenti sulla stessa, in particolare sulla tendenza a mantenere e accumulare un coin o a effettuare transazioni con maggiore o minore frequenza sulla stessa. Una Dormancy elevata potrebbe indicare una tendenza a detenere il token a lungo termine,
Nell’immagine allegata, abbiamo riportato l’andamento della Dormancy di Bitcoin degli ultimi 3 anni, dove si vede come dall’Ottobre 2022 l’indicatore abbia iniziato a crescere, evidenziando una fase di accumulo.
Una metrica particolare è la “LiveLiness” della categoria Lifespan, che fa riferimento alla volatilità o attività di spostamento di una coin su una blockchain. Per i suo calcolo fa riferimento agli UTOX (Unspent Transaction Output) presenti nelle blockchain che utilizzano il modello di consenso Proof of Work (PoW), come Bitcoin. Gli UTOX, si creano durante le transazioni e servono come unità contabili.
La “Liveliness” fornisce una prospettiva sull’utilizzo di una coin sulla blockchain nel corso del tempo. Una Liveliness alta indica che le monete vengono spostate più frequentemente, suggerendo un’elevata attività. Una Liveliness più bassa potrebbe indicare che le monete sono state mantenute inattive per periodi più lunghi, suggerendo una tendenza ad accumulare la coin.
Nell’immagine allegata, si osserva la situazione riferita a Bitcoin, con una evidente diminuzione della Liveliness.
Un altro setup di metriche rilevanti riguarda l’analisi degli scambi che avvengono sugli exchange. Questi dati li possiamo trovare sia nella categoria Entites e in quella Exchange.
Tra le metriche, una delle più rilevanti è la “Exchange Net Position Change”, la quale evidenzia l’evoluzione delle posizioni nette degli utenti che operano sugli exchange.
Questa metrica, ha sviluppato una duplice valenza interpretativa. Inizialmente suggeriva che ad un aumento netto dei depositi sugli exchange, corrispondesse un maggiore interesse degli utenti, mentre una diminuzione netta potrebbe indicare una tendenza alle prese di profitto.
Tuttavia, oggi a fronte di uscite dagli exchange con il prezzo in crescita, si attribuisce una valenza di accumulo da parte degli utenti, che spostano le loro coin verso wallet esterni. Invece afflussi di coin sugli exchange potrebbero indicare sempre una propensione alle vendite. In allegato l’andamento di Bitcoin da Agosto 2020.
La categoria degli Exchange si compone di 24 metriche, se osserviamo quelle riferite al Bitcoin. Una metrica rilevante è “Exchange Balance (Percent)” che indica la quantità di coin presente su una vasta gamma di Exchange monitorati da Glassnode.
Al momento di questa stesura i BTC depositati sugli exchange stanno avendo un incremento, in coincidenza con la correzione del prezzo e si attestano al 12,08%. Quando ci sono afflussi di coin su un exchange, si presume che ci possano essere movimenti in vendita.
Le altre metriche della categoria Exchange vanno ad analizzare gli ingressi e le uscite delle coin dagli exchange come si può vedere dall’immagine allegata e sono di facile consultazione.
Maggior rilevanza hanno i dati on-chain relativi ai Future e alle Opzioni che vengono scambiati sugli Exchange. Questi possono essere suddivisi per singolo exchange o analizzati in un quadro complessivo, considerando volume o per posizioni liquidate in Long o Short.
Nell’immagine allegata riportiamo “Futures Open Interest [USD] – All Exchanges” con riferimento al Bitcoin. Questa metrica ci da una fotografia, dell’importo cumulativo in dollari, dei contratti futures che sono attualmente attivi e in corso di negoziazione, sulle piattaforme monitorare da Glassnode.
Metrica simile è quella relativa alle opzioni, “Options Open Interest [USD] – All Exchanges” che riporta l’andamento delle opzioni aperte su tutti gli exchange monitorati da Glassnode. Questo dato fornisce il totale del valore delle opzioni finanziarie che non sono state esercitate o liquidate, sostanzialmente può essere utilizzata per valutare la dimensione e l’entità delle posizioni aperte sul mercato delle opzioni. In allegato l’andamento delle opzioni su Bitcoin da inizio anno.
Glassnode fornisce un’ulteriore serie di metriche in relazione alla data di acquisto di una coin, pesando i dati su alcuni suoi parametri. Questo set di metriche si trova nella categoria “Long/Short-Term”
Tra le metriche presenti si trova la “Holder Net Positition Chnage”, che indica il cambiamento netto nelle posizioni degli holders nel tempo.
Un aumento netto potrebbe indicare un afflusso di nuovi holders o un incremento delle posizioni già detenute. D’altra parte, una diminuzione netta potrebbe suggerire una riduzione delle posizioni o un’uscita dal mercato da parte degli holders.
Nell’immagine allegata è riportato l’andamento di Bitcoin della Hodler Net Position Change da inizio 2021 di Bitcoin, da cui si nota la costante crescita. L’ultimo picco ribassista è stato in concomitanza con il fallimento di FTX a Novembre 2022.
Altra metrica significativa che si trova nella categoria “Distribution” è basata sulla durata della detenzione di una coin ed è la “Hodled or Lost Coins”. Questa metrica opera sulla presunzione della durata che una coin è stata mantenute a lungo termine (HODLed) o che è andate “persa”. Per il calcolo fa riferimento alla “Liveliness” vista in precedenza, che si sottrae da 1 e si moltiplica per la circulanting supply in un determinato momento.
Invece la “Hodler Net Position Change “ ci da una visione sulla variazione mensile della posizione degli investitori a lungo termine (HODLer). In allegato l’andamento di Bitcoin da Novembre 2022, dove si vede una costante fase di accumulo sopratutto in concomitanza con le discese del prezzo.
Tra le metriche presenti abbiamo anche il “Long-Term Holder Supply” e la “Short-Terme Holder Supply” che si possono consultare contemporaneamente nello stesso setup operativo. Con il loro utilizzo si ha una visione del volume di una coin nelle mani dei detentori a lungo termine o a breve termine. Normalmente queste due metriche si muovono in modo opposto, con la tendenza alla discesa della Short-Term nella fasi di crescita del prezzo di una crypto.
In allegato riportiamo l’andamento di Bitcoin con il setup di entrambe le metriche.
Questa categoria varia nelle sue metriche in base alla blockchain di riferimento, che può essere in Poof of Work (PoW) o Proof of Stake (PoS).
Ad esempio, con riferimento al Bitcoin, si trova la “Mining Difficulty”, che indica la complessità del processo di mining sulla sua blockchain. La Difficulty è un parametro regolato automaticamente dal protocollo di Bitcoin e determina quanto lavoro computazionale è necessario per produrre un nuovo blocco. È direttamente legata a un’altra metrica chiamata “Hashrate Median”.
L’hashrate misura il numero stimato di calcoli SHA256 eseguiti da tutti i minatori ogni secondo. Hashrate ha unità di hash al secondo (H/s), e si trova indicata anche in Terrahash/s (TH/s, mille miliardi di hash), o Exahash/s (EH/s, un miliardo di hash). L’Hashrate Median rappresenta la media della potenza di calcolo totale della rete in un determinato periodo di tempo.
In allegato riportiamo il setup operativo con Mining Difficulty (linea gialla) e Hashrate (linea blu)di Bitcoin. Al momento di questa stesura, la Difficulty, dopo 3 mesi sta mostrando un calo. Una flessione fa supporre un minor impegno dei miner, spesso accompagnato da una flessione del prezzo.
La Difficulty ha un’altra metrica denominata “Difficulty Adjustment” e rappresenta le modifiche alla difficoltà di calcolo necessarie per trovare un nuovo blocco, si tratta di un aggiustamento dinamico previsto dal protocollo Bitcoin. Come detto, è legata direttamente all’hashrate, se quest’ultimo diminuisce anche difficulty può essere ridotta.
In allegato riportiamo il precedente setup operativo su Bitcoin, con l’aggiunta della Difficulty Adjustment in istogramma. Da notare la contrazione contemporanea del prezzo dei tre parametri indicati.
Un’altra categoria rilevante è quella relativa alle fees pagate dagli utenti delle blockchain. Queste metriche sono reperibili sia nella categoria Fees che in quella Miners.
Anche le fees variano a seconda che ci si trovi di fronte ad una blockchain in PoW o PoS. Nel caso del Bitcoin abbiamo 7 metriche, mentre nel caso di Ethereum ne abbiamo 18, in quando Glassnode offre una dettagliata scomposizione di quelle riferite alle Gas Fees. In allegato riportiamo una schermata delle voci riferite ad Ethereum.
Le “Total Miner Revenue” di Glassnode, sono collocate sia nella categoria Fees che Miner. Questa metrica rappresenta le entrate complessive per i miner, derivanti dal block reward prodotto e dalle commissioni di transazione, espresse in USD e pagate giornalmente.
Nel grafico allegato, sono mostrati gli ultimi 5 anni di Bitcoin, dove si vede bene il decremento che accade a seguito di ogni Halving. Mentre nella parte finale del grafico, si nota come al momento di questa stesura, ci sia un aumento delle Revenue grazie alla crescita del prezzo di BTC.
Le revenue dei miner possono anche essere suddivise utilizzando la metrica “Total Transaction Fees” che rappresenta la porzione delle sole commissioni di transazione. Nell’esempio precedente, le Total Revenue ammontano a 1.018 BTC, di 421 BTC derivano esclusivamente da fees di transazione, come mostra l’immagine allegata.
Abbiamo anche un setup di metriche chiamate “Fees Mean” e “Fees Median” che indicano quanto pagano mediamente gli utenti per elaborare una transazione sulla blockchain. In allegato riportiamo la “Fees Median [BTC]” che al momento corrente si paga per inviare una transazione sulla rete Bitcoin, che risulta essere 0,00039305 BTC, pari a 16,75$.
La categoria “Network Stats” comprende diverse metriche (per Bitcoin ben 32), che forniscono informazioni sulle caratteristiche e le dinamiche della rete blockchain di una crypto.
Come detto in precedenza, alcune metriche sono trasversali e presenti in più categorie, infatti in Network Stats ne abbiamo numerose, come quelle relative agli Addresses, Difficulty, Hashrate, Fees già viste in precedenza.
Come metrrica nuova della categoria, troviamo il “Transaction Count” che indica il numero totale di transazioni confermate su una blockchain in un determinato periodo di tempo.
Il numero di transazioni può fornire informazioni sul livello di attività e utilizzo di un token. Un aumento delle transazioni può indicare un aumento dell’adozione e dell’utilizzo di un token con possibili scenari positivi per il prezzo. In allegato l’andamento del Transaction Count di Bitcoin degli ultimi 3 anni.
Per una view dei volumi trasferiti su una blockchain, abbiamo il “Transfer Volume”. Questo riflette la quantità totale di una coin che viene spostata nella rete durante un periodo specifico. Questo valore può essere utilizzato per analizzare l’attività economica della rete, evidenziando i periodi di maggiore o minore attività di trading e monitorare eventuali cambiamenti nei volumi di transazione.
Il parametro può essere visualizzato in termini di volume denominato in USD, che tenderà ad aumentare naturalmente con la crescita della capitalizzazione di mercato. In allegato l’andamento di BTC degli ultimi 3 anni, dove possiamo notare picchi in concomitanza di forti discese del prezzo.
Glassnode ci fornisce con riferimento al Transfer Volume, anche metriche relative al Transfer Volume Median o Mean e al Total Transfer Volume (Change-Adjusted).
A conclusione di questa guida sulle principali e più utili metriche di Glassnode, troviamo un modello che possiamo indicare come predittivo, noto come “Stock to Flow Ratio” o S2F che si trova nella categoria Market Indicators ed è stata cognata per la prima volta da Plan B.
Lo Stock to Flow Ratio è una metrica che misura la scarsità di una crypto. Confronta la quantità totale di una crypto, con la quantità di nuova produzione o “flow”, ad esempio la quantità di Bitcoin appena estratta o “minata” in un determinato periodo.
Un valore elevato di S2F, suggerisce una maggiore scarsità relativa della crypto ed una probabile crescita del prezzo. Questa è una metrica molto utilizzata per fare previsioni sui prezzi, in particolare di Bitcoin, come riportiamo nel grafico allegato.
Da notare che il modello su Bitcoin si era comportato bene fino alla primavera 2021, poi nella accelerazione ribassista il prezzo si è allontano da quello previsionale. Il colore diventa sempre più rosso con l’avvicinarsi dell’Halving di Bitcoin.
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