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Bitcoin su Bloomberg | “Merita presenza in portafoglio”

Opinione interessante (e inaspettata) da Bloomberg: Bitcoin pronto per i portafogli equilibrati.
9 mesi fa
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Mentre solo qualche giorno fa il board editoriale di Financial Times si era riunito in pompa magna per scrivere un pezzaccio contro Bitcoin, da Bloomberg le cose vanno diversamente. L’altrettanto popolare e altrettanto importante giornale che si occupa di finanza e investimenti ha un’opinione diversa. E ha dato spazio a Aaron Brown, leader di AQR Capital Management, che dice l’esatto contrario di quanto avevano affermato quelli di FT.

Bitcoin si starebbe finalmente guadagnando il suo posto in un portafoglio bilanciato e l’enorme corsa del 2023 dopo aver toccato i suoi minimi più recenti dimostra qualcosa anche agli investitori più scettici: bisogna avere un’allocazione, per quanto ridotta, in crypto, cosa che sarebbe più sicura di non averne affatto.


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Bitcoin: è ora del tavolo degli adulti

Aaron Brown non è esattamente la prima volta che si spende con toni molto positivi su Bitcoin. Da tempo immemore e soprattutto da tempi non sospetti indica la necessità anche per i portafogli bilanciati di avere almeno il 3% di allocazione in questa categoria di asset. Ora che Bitcoin è intorno ai 44.000$ ed è a più del doppio del prezzo con il quale ha aperto il 2023, vuole però togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Dopo aver sottolineato come la volatilità sia in realtà ridotta rispetto al passato e che Bitcoin ha sempre confermato di essere in grado di raddoppiare il suo prezzo senza grossi grattacapi, Brown aggiunge:

Questo significa che Bitcoin può essere invitato al tavolo degli adulti durante le cene delle vacanze, per avere il suo posto nei portafogli standard?

Per molti investitori, aggiunge, la risposta è ancora no, nonostante siano stati risolti anche problemi di custodia e gestione legale, o meglio, dato che saranno presto risolti dall’arrivo degli ETF.

Brown aggiunge che per la sua correlazione non costante con azioni, oro e altri asset, è un po’ come far accomodare un mancino al tavolo: si può fare, ma crea qualche problema in certi contesti.

Opinione per qualcuno brillante, per una parte degli investitori più tradizionalisti… no. Ma non è questo il punto. La cosa più interessante del parere espresso da Brown su una colonna tanto importante, quella di Bloomberg, riguarda quanto ha detto successivamente:

  • Bitcoin era molto più efficiente dei sistemi tradizionali per i trasferimenti internazionali

E lo è ancora per gli unbanked e per i cittadini di regimi finanziari repressivi.

  • Bitcoin è conveniente per un certo crimine

Che però è quello che viene raramente perseguito, come l’acquisto di droga a scopo ricreativo, prostituzione e gioco d’azzardo. In altre parole, almeno nell’opinione di Brown, reati che non interessano quasi nessuno.

Al tempo stesso Bitcoin si sarebbe dimostrato poco utile al grande crimine organizzato, dato che le transazioni sono registrate e dato che le indagini di polizia, per casi importanti, possono in modo relativamente facile associare un wallet a certe entità. Questione della quale dibatteremo in separata sede: quello che deve rimanere è che ancora una volta sulle colonne di Bloomberg c’è una difesa spassionata di quello che Bitcoin è – e che sarà in grado di essere anche in futuro.

Per il resto della questione non possiamo che rimandarvi all’articolo originale su Bloomberg che merita di essere letto per quanto contenga qualche opinione con la quale non siamo esattamente d’accordo.

Il vento cambia, anche se non ovunque

Il vento sta cambiando: mai ci saremmo immaginati di leggere queste apologie di Bitcoin su testate così tradizionaliste.

È segno che l’arrivo degli ETF è anticipato dall’arrivo della fanfara della finanza tradizionale che ora deve rapidamente trasformarlo nell’asset del secolo, anche per vendere l’ETF. Che sia la conversione o meno autentica poco interessa. E nel caso di Aaron Brown dovremo anche riconoscergli di aver difeso il comparto in tempi non sospetti.

Per il resto, nelle prossime settimane vedrete in tantissimi cambiare opinione, chi spinto dall’avidità, chi perché finalmente sveglio.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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