Eravamo stati, vox clamantis in deserto, tra i pochi a sottolinearlo quando in molti parlavano di ripartenza di FTX e della possibilità che tutti ricevessero i fondi persi, o quasi. C’è un problema nel caso FTX, si chiama fisco, e chiede 24 miliardi di dollari in imposte evase. Una somma che tra le altre cose non sarebbe definitiva, perché ci sarebbero ancora in corso degli audit da parte di IRS – il fisco USA – che hanno per oggetto gli affari del defunto exchange.
Una situazione che ora si fa incresciosa, perché chi sta curando il fallimento di FTX dice che è di ostacolo alla liquidazione e al recupero di asset che potrebbero essere destinati ai clienti in attesa di ristoro.
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La storia è questa: il fisco avanza pretese per 24 miliardi di dollari nei confronti di FTX. Non esattamente noccioline, per quanto il conto ora appaia come sballato non a Sam Bankman-Fried, ma ai rispettabili curatori del fallimento dell’exchange crypto.
Gli avvocati del gruppo hanno infatti chiesto a IRS di rendere conto sulle modalità che sono state utilizzate per calcolare una cifra mostruosa e che renderà, anzi sta già rendendo difficili le operazioni di raccolta e liquidazione degli asset.
In realtà si tratta di una guerra che va avanti da tempo: la cifra richiesta è di circa 3 volte la somma che FTX ha complessivamente a disposizione. E dunque gli avvocati vogliono vederci chiaro, anche per capire come si sia arrivati a questo conteggio.
C’è poi un altro problema: il fisco andrebbe pagato con denaro che sarebbe altrimenti destinato a chi ha perso i soldi nel crollo dell’exchange.
L’unica fonte di recupero per IRS è accaparrarsi i fondi destinati alle vittime. Dato che non c’è nessuna base per chiedere tali somme contro i Debtors, quanto sta facendo IRS con processi interni ha come unico risultato il ritardo della distribuzione a chi è stato effettivamente danneggiato dalla vicenda.
Questo il laconico commento, contenuto in un filing alla corte del Delaware che si sta occupando del caso, da parte degli avvocati di FTX.
Situazione dunque spinosa e che dividerà almeno in parte l’opinione pubblica: è giusto che sia ristorato il fisco prima delle vittime di quanto accaduto per mano di Sam Bankman-Fried?
All’inizio le pretese erano ben più alte. Si parlava infatti di 44 miliardi, poi diventati 43 e poi infine 24.
C’è materiale a sufficienza probabilmente per contestare tali conteggi, che IRS ha svolto in autonomia. Lo stesso conteggio è ritenuto assurdo dagli avvocati di IRS, che ricorda però come l’onere della prova gravi su FTX.
Non finirà qui: nel frattempo chi deve ricevere denaro sarà costretto a aspettare.
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