La polizia spagnola è intervenuta per smantellare una rete di sostegno e finanziamento alle attività terroristiche di DAESH/ISIS. La notizia è stata data sabato e racconta di un’operazione che ha coinvolto, per quanto in misura relativamente ridotta, anche le criptovalute. Gli agenti della polizia spagnola sarebbero infatti riusciti a sequestrare circa 200.000€ di controvalore in crypto.
Si è trattato di un’operazione a vasto raggio che ha coinvolto non solo la Spagna, ma anche il Marocco, la Svizzera, gli Stati Uniti, l’Algeria e la Mauritania, con il coinvolgimenti di altri paesi che non sono stati però citati nel comunicato. I proventi sequestrati dalla polizia spagnola non sarebbero stati frutto di attività legate però alle criptovalute.
La stampa tradizionale tuttavia, cosa che non ci sorprende, ha già battuto su questo punto e continuerà a batterci per i prossimi giorni, seguendo una narrativa che vede crypto, Bitcoin e terrorismo camminare mano nella mano, per quanto in realtà manchino delle prove concrete della preponderanza dell’utilizzo di questi canali per il terrorismo.
La somma è certamente ridotta, almeno rispetto alla vasta rete che sarebbe stata sgominata dalla polizia spagnola, che ha incarcerato 54 presunti terroristi che dovranno essere ora giudicati per appartenenza a DAESH e della collaborazione con il gruppo stesso al fine di operare attentati terroristici.
Le indagini sono durate più di un anno e mezzo e hanno portato all’iscrizione nella lista degli indagati di più di 50 presunti membri dell’organizzazione. La questione interesserà poco gli appassionati di crypto e Bitcoin, se non fosse che sono state sequestrate nel corso delle perquisizioni criptovalute per quasi 200.000€ di controvalore.
Dal comunicato della polizia spagnola non è dato sapere di quali criptovalute si sia trattato, di dove fossero custodite e di eventuali spostamenti di denaro tra diverse cellule che hanno impiegato appunto questi canali.
I titoli che però leggerete ovunque vi parleranno di attacco al mondo occidentale, ai valori del vivere civile e della libertà che passano ancora una volta per il mondo Bitcoin e crypto. Questo senza alcun riguardo per le panzane scritte qualche settimana fa su Hamas, che tutti sono corsi a battere sui loro giornali ma che nessuno poi ha corretto una volta che sono arrivate smentite da parte dei ricercatori citati.
Abbiamo bisogno di un’informazione maggiormente neutrale sull’argomento. Troviamo altresì curioso che nel lungo comunicato della polizia spagnola non si faccia riferimento a canali tradizionali come quelli bancari o all’utilizzo di euro, dollari o altre valute.
Anche di questa notizia potremo discutere sul nostro canale Telegram, sempre aperto alle interazioni tra la nostra redazione e i nostri lettori.
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