Settantotto milioni di dollari, per ora. Questa è la somma che è stata raccolta da tre diversi PAC (comitati elettorali per sostenere candidati e certe politiche) negli Stati Uniti, intorno al tema crypto. A partecipare, questa volta, tutta una serie di player del settore di primo profilo, in quello che sarà un anno estremamente complesso per quanto riguarda le elezioni.
Si vota infatti il nuovo inquilino della Casa Bianca, elezione decisiva non solo per gli Stati Uniti in generale, ma anche – secondo i principali commentatori, per il settore crypto in quanto tale. Il governo Biden si è rivelato essere tra i più duri nei confronti di questo comparto.
Alle donazioni hanno partecipato già i gemelli Winklevoss, che sono proprietari dell’exchange Gemini, nonché Coinbase e anche Ripple, gruppo che guida il progetto che ha già sconfitto SEC una volta in tribunale.
Le lobby pro crypto sono tornate. Prima di gridare allo scandalo, però, ricordiamoci che si tratta di un funzionamento legale, chiaro, trasparente e cristallino della politica USA. Ci sono i PAC – che sono delle associazioni di interessi che raccolgono denaro a favore di determinate tematiche o candidati che saranno in grado di supportarle. E questa volta ce ne sono almeno 3 che sono appunto a sostegno del mondo crypto.
Qualcosa di dovuto per un’industria che sta puntando alla normalizzazione almeno negli Stati Uniti e che pur avrà bisogno di qualche appoggio politico. Non è la prima volta che avviene, non sarà l’ultima – ed è probabilmente un buon segno, che indica il ritorno in uno stato di salute accettabile dei principali operatori del settore.
La spinta principale è affinché passi la linea che oggi è Repubblicana, ovvero di un riconoscimento degli asset digitali come normali asset da investimento, per così liberarli dalla spada di Damocle nelle mani di SEC.
Nel complesso hanno già donato nei diversi PAC non solo Coinbase, Ripple e Gemini, ma anche Kraken, Paradigm. Sono dunque tutte o quasi le aziende principali negli USA, che a quanto pare almeno in termini di lobby riescono a fare fronte comune.
Il tema principale dei prossimi mesi sarà la lotta, anche sul mondo crypto, tra Repubblicani (storicamente più aperti a questo comparto) e Democratici, che nel corso degli ultimi 4 anni hanno imposto non pochi stop al comparto, con l’ala più integralista, quella guidata dalla senatrice Warren, che è ancora sul piede di guerra.
Gli sforzi di lobby non saranno definitivi, ma saranno comunque un buon punto di partenza per cercare di giocarsela alla pari.
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