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Ci sono le grandi banche dietro l’attacco a Bitcoin e crypto

C'è lo zampino delle grandi banche USA dietro l'ultimo assalto a Bitcoin e crypto.

C’è del marcio in Danimarca, diceva Amleto. E forse c’è anche a Washington, dove una frangia dei senatori ha proposto una legge ammazza crypto, come riedizione in realtà di un testo molto simile che già era stato proposto nel 2022. Fin qui nulla di strano: ogni politico o gruppo di politici può proporre le leggi che vuole e cercare di contenere preoccupazioni del proprio elettorato.

C’è qualcosa di più però: un video pubblicato dalla Chamber of Digital Commerce, associazione che riunisce diverse delle aziende che sono legate al mondo crypto (ma non solo), ha pubblicato un video che ritrae Roger Marshall, in pubblico, a parlare della legge che lui ha co-sponsorizzato. Sì, è la legge di Elizabeth Warren della quale vi abbiamo già parlato.

Quale sarebbe la notizia? Il gruppo di sponsor della legge si sarebbe rivolto alla American Bankers Association per scriverla. Anche qui niente di illegale, ma che la dice lunga su che tipo di interessi siano in gioco intorno alla legge che vuole colpire miner, wallet, validatori di blocchi e tutto quanto permette alle principali blockchain di funzionare.

Lo zampino dell’associazione banchieri americana nella legge contro Bitcoin e crypto

C’è stato dunque lo zampino della American Bankers Association. Si tratta di un’associazione di difesa degli interessi dei gruppi bancari, fondata nel 1875 e che raccoglie praticamente qualunque gruppo bancario degli Stati Uniti. A questa associazione si sarebbero rivolti i politici che hanno firmato una legge che, sebbene con scarse possibilità di approvazione, potrebbe anzi vorrebbe cambiare per sempre il mondo crypto e Bitcoin.

È una legge che, tra le altre cose, vorrebbe imporre ai miner e ai validatori di blocchi su altre chain di sottostare a tutte le regole bancarie: dovrebbero pertanto identificare i soggetti che firmano le transazioni e anche quelli che le ricevono. Una serie di obblighi a cascata che sono tecnologicamente inconsistenti con la natura di questi partecipanti ai network blockchain e che significherebbero, per i soggetti USA, impossibilità di partecipare tanto al mining quanto alla validazione dei blocchi.


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La legge in questione, per aggiungere assurdità ad un nucleo già di per sé assai assurdo, vorrebbe imporre gli stessi obblighi a chi fornisce software per i wallet.

Una legge che è diventato l’ennesimo cavallo di battaglia della senatrice Elizabeth Warren, che si è auto-proclamata generale dell’esercito anti-crypto e che non è nuova ad attacchi a questo settore.

Curiose convergenze

Elizabeth Warren non è nota per essere una grande amica, almeno di facciata, del settore bancario. È stata sempre nettamente, almeno in passato, dalla parte di proteste come Occupy Wall Street e ne ha avute a più riprese per il settore bancario.

Strano che oggi gli interessi di due comparti siano convergenti a tal punto da produrre una proposta di legge di questo tipo. Fingeremo di essere stupiti.

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francesco
francesco
8 mesi fa

quasi quasi mi mancherà questa deficiente quando tra un annetto scarso il suo stupido partito verrà demolito ed anche lei (soprattutto lei) sarà costretta a lasciare il cadreghino………..