Gli strascichi del bear market del 2022 non sono ancora esauriti. La prova è nel sequestro, alle Isole Vergini Britanniche, di più di 1 miliardo di dollari di proprietà di Su Zhu, Kyle Davies e della moglie di quest’ultimo, Kelly Chen. I liquidatori del fondo 3AC, fondato dai personaggi di cui sopra, contestano infatti che con tali capitali si debba rispondere degli importanti ammanchi nei confronti dei clienti.
Somme che però, lo specifichiamo subito, non saranno sufficienti a coprire un buco che vale ad oggi oltre 3,3 miliardi di dollari. E non è neanche chiaro per il momento se prevarrà l’opinione di Teneo, che sta operando come liquidatore di 3AC, ovvero se i fondi propri dei fondatori potranno essere utilizzati appunto per ristorare i clienti.
Una vicenda della quale si è parlato meno di quella di FTX ma che è stata altrettanto cruciale nel ciclo di fallimenti che ha atterrato lo scorso anno il mercato crypto, portando Bitcoin poco sopra i 15.000$.
Sono tre i personaggi per ora coinvolti, che magari ritenevano di essere al riparto da certe azioni in quanto tali fondi erano convenientemente detenuti alle Isole Vergini Britanniche, giurisdizione da sempre piuttosto compatta nel proteggere chi detiene capitali nel paese. E invece è arrivato il blocco per oltre 1 miliardo di dollari, che sarebbero di proprietà di Kyle Davies Su Zhu e della moglie di Davies, Kelly Chen. Denari certamente di importanti proporzioni, che però ora potrebbero finire nelle mani dei clienti.
Potrebbero, con il condizionale che è assolutamente d’obbligo, in quanto in realtà è in corso una disputa legale tra Teneo, società che sta gestendo la liquidazione del fondo 3AC, e gli stessi fondatori del… fondo. Secondo Teneo, i fondi in questione dovrebbero essere utilizzati come rimborso dei clienti, in quanto sarebbero state le decisioni dei gestori del fondo a causare il deterioramento delle condizioni finanziarie di 3AC.
Una situazione simile a quella che si è fatta registrare a Singapore, con la posizione dei due fondatori che si complica, in quanto accusati anche di non offrire alcun tipo di collaborazione con la procedura di liquidazione.
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Con tutti i personaggi più visibili del vecchio mondo crypto ormai alla sbarra, verrebbe da chiedersi se sia poi vero che in questo comparto si può fare la qualunque senza subire alcuna conseguenza.
SBF è in carcere, per Mashinsky si prospetta un futuro simile, Do Kwon è in attesa di estradizione dal Montenegro e tanti altri che sono stati il simbolo negativo del comparto sono attualmente ricercati o in stato d’arresto.
La lezione è chiara: il mondo crypto non è quel far west raccontato dalla stampa mainstream.
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