Il capo di Ethereum, al secolo Vitalik Buterin, lancia l’allarme. Il mondo Web3 e più in generale quello crypto avrebbe perso il legame di fondo con le ideologie, se così vogliamo chiamarle, che lo avevano animato all’inizio della sua avventura. In un lungo post sul suo blog personale, dall’evocativo titolo Rendere Ethereum di nuovo cypherpunk, il personaggio più rappresentativo dell’universo Ethereum ha indicato quali sono i problemi e quali, forse, le possibili soluzioni.
Un lungo post che invitiamo tutti a leggere nella versione integrale e che ha già innescato delle discussioni molto accese tra diversi membri della community.
Community che, in questo forse ha ragione Buterin, sembrerebbe aver perso la bussola anche per questioni di carattere squisitamente tecnico, a partire dal costo delle commissioni per transare sulle principali blockchain.
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Due mondi che si sono separati
Il primo degli allarmi lanciati da Vitalik Buterin di Ethereum arriva dopo qualche aneddoto personale che riguarda le prime community che avevano alimentato il matrimonio tra certe istanze decentralizzatrici e il mondo delle blockchain.
Dal 2017 in avanti, purtroppo, queste visioni [il riferimento è alla volontà di costruire un web decentralizzato, NDR] sono svanite. In pochi parlano di pagamenti consumer nel mondo crypto e l’unico applicativo non finanziario che è attualmente utilizzato on-chain sono gli ENS, e c’è una frattura ideologica importante dove una parte significativa della community pro-decentralizzazione fuori dalla blockchain vede il mondo crypto come una distrazione, e non come uno spirito affine e un alleato potente. In molti paesi, le persone USANO le criptovalute per inviare denaro o per risparmiarlo, ma lo fanno spesso tramite strumenti centralizzati: o tramite trasferimenti interni agli exchange, oppure con Tether su Tron.
Il punto è certamente meritevole di approfondimento: il quadro raccontato da Buterin è piuttosto impietoso e, aggiunge chi vi scrive, piuttosto vicino alla realtà. Al netto di una frecciatina verso Tron, che ha ormai surclassato Ethereum come network d’elezione per gli scambi in Tether, la situazione è effettivamente questa.
Il colpevole numero uno che accuserei di essere la causa di questo cambiamento è l’aumento delle commissioni. Quando il costo di scrivere sulla chain è di 0,001$ o anche di 0,1%, puoi immaginarti persone che creano qualunque tipo di applicazioni che usano la blockchain, incluse app non finanziarie. Ma quando le transazioni superano i 100$, così come hanno fatto durante il picco delle bull run, c’è soltanto un gruppo che ha la volontà di giocare – e può farlo perché il valore dei coin sta crescendo: i giocatori d’azzardo degen.
Il riferimento è alla vasta platea di speculatori che dominano la scena dei trasferimenti on chain, riguardo i quali ha aggiunto:
I giocatori d’azzardo degen sono ok in dosi moderate e ho parlato a molte persone che sono state motivate ad entrare nel mondo crypto dai soldi e poi sono rimaste per gli ideali. Ma quando sono il gruppo più numeroso che usa la chain su vasta scala, questo modifica la percezione pubblica e la cultura interna del mondo crypto, e porta a molti degli altri effetti negativi che abbiamo visto negli ultimi anni.
C’è una soluzione?
In realtà Buterin, ripetendo quanto affermato già in passato, ha indicato già diversi snodi fondamentali affinché la “cultura delle origini” torni a fare capolino. Dai rollup fino alle soluzioni di privacy come Railway e Nocturne.
Ci sarà poi necessità di andare avanti con la account abstraction con i client leggeri e anche con le zero knowledge proofs. Un cammino che sarà però, aggiunge di nuovo chi vi scrive, difficile e articolato.