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Crypto in tribunale: SBF si salva dal secondo processo

SBF si salva dal secondo processo. Procuratori senza prove e senza ok da Bahamas.
11 mesi fa
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Il secondo processo a Sam Bankman-Fried, ex-CEO di Alameda e di FTX, con ogni probabilità non si farà. A parlare di un’evoluzione di questo tipo sono gli stessi procuratori, che hanno indicato problematiche che avevate già letto su queste pagine e che con ogni probabilità chiuderanno qui l’intera esperienza processuale per il caso del secolo del mondo crypto.

Diverse delle accuse che dovrebbero essere infatti valutate nel secondo processo a SBF non potrebbero essere portate davanti al tribunale, in quanto non sono parte dell’accordo di estradizione con le Bahamas. Si tratta di accuse che, tra le altre cose, avrebbero una base di prove assai scarsa.

No, questo non vuol dire che SBF non sconterà anni in galera: il primo processo, che si è concluso qualche settimana fa, è più che sufficiente per far guadagnare diversi anni di galera al CEO dell’exchange che è fallito con un buco miliardario.

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Niente secondo processo per Sam Bankman-Fried

Sì, c’era un secondo processo in programma per Sam Bankman-Fried, ex-prodigio del mondo crypto che si era guadagnato anche ingressi di prima fascia al top delle istituzioni americane, SEC compresa. L’ex-CEO di uno degli exchange più importanti del mondo non subirà un secondo processo, che avrebbe dovuto affrontare questioni sì accessorie, ma altrettanto importanti, come il tentativo di corrompere autorità cinesi per rientrare in possesso di conti sequestrati.

I problemi che avrebbero spinto i procuratori a questa non-soluzione sono due: da un lato tali capi di imputazione non erano stati inclusi nella richiesta di estradizione alle Bahamas, e questo potrebbe causare problemi importanti anche per il primo processo, che si è ormai concluso. Il secondo problema è l’assenza di prove convincenti e che possano indicare la colpevolezza di SBF, per questi capi di imputazione, oltre ogni ragionevole dubbio.

Una situazione nel complesso problematica e che dunque ha spinto i procuratori – che nel sistema USA rivestono un ruolo simile a quello dei nostri PM – a lasciar perdere e ad accontentarsi di quanto emerso durante il primo processo.

Sentenza a marzo

Non sappiamo ancora quanto sconterà SBF per i reati per i quali è stato già giudicato colpevole. La sentenza arriverà a fine marzo 2024 e potrà essere poi oggetto di appello.

La sensazione è, dopo una difesa assai fiacca, che ci sarà una condanna esemplare e che potrebbe essere tra le peggiori di sempre negli USA per reati finanziari.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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