Meglio non stare con il fiato sospeso: la procedura fallimentare di FTX potrebbe andare avanti ancora per anni, dato che in ballo ci sono tanti tentativi da parte di chi sta curando il fallimento dell’exchange di recuperare almeno in parte il denaro speso dall’exchange.
Denaro speso in donazioni, in prestiti concessi a terzi e anche in acquisizioni. Una procedura che si fa sempre più complessa, che vede in ballo una parte di fondi consistenti e che però potrebbe rendere l’intera chiusura della procedura fallimentare molto più lunga e molto più costosa.
Una situazione che sarà la peggiore possibile per i grandi creditori di FTX che sono in attesa della conclusione della curatela fallimentare e che tra le altre cose costerà denari importanti: specialisti, avvocati, studi e analisi che sono necessarie per il proseguimento di queste procedure impatteranno sulla quantità di denaro che sarà disponibile per chi vanta crediti appunto nei confronti dell’exchange fallito.
C’è altro che sta avvenendo dalle parti di FTX – l’exchange che è fallito poco più di un anno fa e che si trova ancora all’interno della procedura Chapter 11. E cominciano a montare i primi malumori: in primo luogo gli accordi con i creditori non soddisfano quasi nessuno, dato che come prevedibile le detenzioni in crypto saranno contabilizzate al momento del fallimento e dunque a prezzi molto inferiori rispetto a quelli attuali. Ma non è questa la vicenda più preoccupante.
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Come riportato da The Block, che cita lo specialista Alan R. Rosenberg, l’intera procedura potrebbe concludersi soltanto tra qualche anno. Ad allungare potenzialmente i tempi per la chiusura sono i diversi clawback, i tentativi da parte dei curatori fallimentari di recuperare almeno in parte somme versate per pubblicità, sponsorizzazioni o finanziamenti quando lo stato dell’exchange era già di dissesto chiaro.
È qualcosa che la legge consente e che però vedrà FTX scontrarsi con entità che hanno tutta la capacità di difendersi.
È quella della valutazione delle crypto “dovute” ai creditori. Manca una giurisprudenza consolidata che possa indicare la modalità con la quale procedere. Ci sono stati casi in passato, ma non sembrerebbero essere poi così stringenti.
Questioni che rimangono aperte e che complicano ancora di più un caso che è il più rilevante di sempre, in termini di fallimento, per il mondo crypto. Ed è un caso che, per quanto non voglia nessuno, dovremo portarci dietro anche per il 2024.
Nel frattempo sono però da far rientrare le preoccupazioni di vendite a catena delle dotazioni di FTX. Ci sono delle regole ben precise e le vendite avverranno per massimizzare i ritorni e non per uccidere, ancora una volta, il mercato.
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