Mentre ci siamo lasciati alle spalle l’ETF Bitcoin, è già ora di discutere del prossimo step per il mercato crypto, almeno per quanto riguarda la quotazione di questi particolari prodotti. In fila c’è l’ETF Ethereum, per il quale già diverse società hanno avanzato richiesta.
Tra queste società ci sono le principali che hanno già ottenuto la quotazione dell’ETF Bitcoin Spot: BlackRock con iShares, ARK e 21Shares, VanEck, Grayscale, Invesco, Fidelity, Hashdex. Si tratta dunque, almeno da questo lato, di una situazione molto simile a quella dell’ETF BTC SPOT approvato soltanto ieri.
Soltanto da questo lato però: ci sono tante differenze tra i due sottostanti, almeno dal punto di vista della legge statunitense che renderanno questo processo se non più difficile, comunque molto diverso da quello che abbiamo appena affrontato. Una questione importante, che è bene mettere nero su bianco già da adesso. Abbiamo raccolto le questioni salienti in 5 punti all’uso di tutti.
Ethereum è il secondo degli asset cripto per capitalizzazione di mercato ed è più che ovvio che sia il secondo anche in termini di interesse per i grandi gestori di capitali. Poco dopo la richiesta di approvazione su Bitcoin, è arrivata quella per gli ETF Ethereum Spot, ovvero per prodotti pressoché identici, che hanno come unica differenza il sottostante.
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Ci sono almeno 5 punti chiave da tenere a mente, a patto di voler capire a che punto siamo, cosa potrebbe succedere e perché:
Prima dell’era Genser e prima del passaggio alla Proof of Stake, vi erano pochi dubbi. SEC aveva accettato di buon grado la definizione di Ethereum come commodity e dunque impossibile da far passare per security non registrata.
Le cose sono leggermente cambiate dopo i due eventi di cui sopra, e sarà su questo campo che si giocherà una delle partite più importanti. Gensler in pubblico ha dato una chiara dimostrazione della sua incertezza sul tema. Un’eventuale approvazione dell’ETF dovrà risolvere anche questo problema.
Per stessa ammissione delle due agenzie, c’è una lotta ai vertici delle agenzie degli Stati Uniti. Il terreno da conquistare è quello delle criptovalute, che nessuno vuole mollare. Dopotutto controllare un mercato vuol dire estendere il potere della propria agenzia.
Riteniamo al momento che Ethereum sia ancora potenziale terreno di scontro.
Tutti i rischi inseriti nel relativo form S-1, tutte le modalità di funzionamento dell’ETF Bitcoin sono buone anche per un eventuale ETF Ethereum. Si è fatto tanto in questo senso e sicuramente le possibilità di un ETF Ethereum ne gioveranno.
Lo strano modo in cui funzionano le necessità di diversificazione dei grandi investitori renderà inevitabilmente questo ETF, se approvato, più popolare. Questo perché se si esporranno su Bitcoin cercheranno un’esposizione, per quanto ridotta, anche su Ethereum. E nel caso di successo dell’ETF Bitcoin…
Cosa che hanno ampiamente dimostrato i mercati, che all’approvazione dell’ETF Bitcoin hanno premiato più Ethereum che BTC. Una situazione che seguiremo, come abbiamo fatto per quella dell’ETF Bitcoin, proprio su queste pagine e sui nostri profili social.
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