Secondo quanto è stato riportato dal quotidiano locale Pagina 12, in Argentina sarebbe arrivato il primo contratto di locazione prezzato in Bitcoin. Certo, si tratta di un negozio di piccola entità, ma è comunque un simbolo di quanto sta avvenendo in Argentina, dove al contrario di quanto avevano affermato tanti Bitcoiner non vi è stata una scelta alla El Salvador, ma si è semplicemente consentito alla popolazione di scegliere la valuta che preferisce contratto per contratto.
A passare alla storia come primo contratto in Bitcoin della storia ufficiale dell’Argentina è un affitto per un appartamento a Rosario, la terza città del paese.
E in realtà è coinvolto, come vedremo, anche Tether, la stablecoin già molto popolare in Argentina, che non verrà però utilizzata per il pagamento, ma piuttosto per fare da valore di riferimento per ogni pagamento.
Ne discuteremo approfonditamente anche sul nostro canale Telegram Ufficiale. Per ora però guardiamo a cosa c’è nel contratto e a cosa comporterà tra le parti.
Il prezzo della locazione è nella somma di Bitcoin equivalente a 100 Tether USDT su base mensile, secondo il tasso di cambio offerto dalla piattaforma FIWIND.
Bitcoin pertanto non farà da unità di conto o misura di valore, ma servirà esclusivamente come mezzo di pagamento, mentre il prezzo sarà fissato in Tether USDT e quindi in dollari USA. Tether è infatti una stablecoin che mantiene 1:1 un rapporto di cambio con il dollaro USA, detenendo riserve che coprono tutto il circolante.
Il pagamento avverrà tramite una precisa piattaforma, il che ci porta a pensare che ci sia anche un’operazione pubblicitaria dietro questo primo contratto in Bitcoin.
Si tratta infatti di una relativamente nota piattaforma argentina che permette di acquistare Bitcoin e Tether anche tramite smartphone.
Citando una vecchia canzone italiana, lo scopriremo solo vivendo. Chiaramente con la volatilità intrinseca di Bitcoin sarebbe difficile chiudere contratti con pagamenti periodici ed è diventato pertanto necessario appoggiarsi a Tether e al suo valore stabile legato al dollaro.
Vedremo se nasceranno altri contratti di questo tipo oppure se si sarà trattato, come sospettiamo qui in redazione, di una brillante campagna pubblicitaria che porterà il nome di un determinato exchange su tanti giornali, che si occupino o meno di Bitcoin e crypto.
Per il resto, almeno per i più ottimisti, non c’è che da festeggiare quello che è un primo passo importante in Argentina, dove da qualche tempo a questa parte si può utilizzare non solo Bitcoin, ma qualunque criptovaluta per i pagamenti di qualunque tipo.
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