È una ricorrenza ancora poco significativa, ma è il caso di parlarne anche per arginare i fiumi di inchiostro che hanno travolto dei poveri sprovveduti che ancora si rinvolgono ad una certa stampa per informarsi sul mondo finanziario e su Bitcoin.
Una settimana fa Gary Gensler approvava – il suo voto è stato decisivo – i primi ETF Bitcoin Spot. La stampa finanziaria italiana non sembra averla presa benissimo. Cosa, per carità, legittima, ma che non racconta tutta la storia di un prodotto che è già di enorme successo. Date anche le vostre richieste sul nostro Canale Telegram ufficiale, riteniamo che sia necessario analizzare quanto è successo, quanto potrebbe succedere e – cosa più importante – la tenuta di Bitcoin come network davanti a questo fenomeno.
La carne messa sul fuoco da una stampa mainstream non sempre sul pezzo quando si tratta di parlare di Bitcoin, è in verità tanta. E ti preghiamo di proseguire, per qualche minuto, nella lettura, anche per non farti gabbare da chi sta ripetendo a pappagallo la lettura più concordante con le proprie convinzioni.
Gli ETF Bitcoin Spot, così come gli altri prodotti di questo tipo, non sono dei centometristi. Sono prodotti che andrebbero valutati su un orizzonte di medio e lungo periodo. Tuttavia, dato che le profezie di sventura abbondano, sarà il caso comunque di analizzare quanto sta accadendo.
Qualcuno, sbagliando, dice che non sono importanti. È vero che saranno – per il successo di questi prodotti – meno importanti del NAV (dei Bitcoin in cassa) accumulato. Ma non si sono mai visti prodotti in grado di attirare buoni volumi che non si siano poi trasformati in ETF con un buon NAV. Chi vivrà vedrà, per ora però ci preme riportare il calcolo effettuato da Eric Balchunas di Bloomberg.
Lasciatemi inserire nel contesto quanto fuori di testa siano 10 miliardi di volumi nei primi 3 giorni. Ci sono stati 500 ETF lanciati nel 2023. Questi, oggi, hanno avuto, tutti insieme, 450 milioni di dollari in volumi. Il migliore ha registrato 45 milioni in volumi. Molti di questi sono disponibili da mesi. $IBIT [l’ETF di BlackRock, NDR] sta registrando più attività di tutti gli ETF quotati nel 2023 messi insieme.
E ha poi aggiunto:
Nota: metà di quei 500 ETF lanciati nel 2023 hanno avuto volumi inferiori al milione oggi. È DIFFICILE ottenere volumi. […] Perché il volume deve formarsi naturalmente sul mercato e non può essere falsificato. Ed è quello che offre agli ETF il potere di rimanere [rilevanti].
È piuttosto stazionario dal lancio dell’ETF: poche ore dopo l’inizio delle contrattazioni è stato raggiunto il picco di 49.000$. Poi c’è stata una discesa relativamente rapida all’interno di un canale tra i 42.000$ e i 43.500$ dal quale non sembrerebbe avere alcuna intenzione di muoversi, almeno per ora.
Limitandoci all’esperienza degli ETF, da un lato abbiamo buoni flow di capitale per i neo-quotati. Dall’altro c’è una sorta di fuga da Grayscale, fondo convertito in ETF, che offrendo condizioni poco vantaggiose sta portando in diversi ad uscire dall’investimento (in parte per rientrare altrove). La situazione andrà a stabilizzarsi più avanti, probabilmente nel giro di 1 o 2 settimane.
Bitcoin non è un asset come gli altri. Il possesso di $BTC comporta la possibilità di poter inviare e ricevere denaro senza permesso di terzi, senza KYC, etc.
Per questo la stampa italiana, che lavora più d’accetta che di bisturi, continua ad usare la stanca locuzione di crypto anarchica. Che sia anarchica o meno, non è vero, come è stato scritto su Il Sole 24 Ore, che gli ETF stanno schiacciando questa vocazione.
I blocchi continuano a essere prodotti come sempre, nessuno obbliga nessuno a utilizzare l’ETF al posto del vero Bitcoin e tutto sta procedendo come prima. Sul funzionamento di Bitcoin gli ETF hanno avuto un impatto nullo. E per quanto in molti sognino la fine di un asset libero e impossibile da ingabbiare, ne dovranno pensare un’altra. Si dovrebbe però – aggiungiamo – separare il wishful thinking dal giornalismo.
Qui si è sempre sostenuta la bontà degli ETF. Chi li vuole comprare può farlo in assoluta libertà. Chi preferisce – e ha tutte le ragioni del mondo per farlo – detenere Bitcoin direttamente può continuare a vivere come se gli ETF non fossero mai esistiti.
Curioso però che ci si preoccupi del rischio a cui vengono esposti i risparmiatori, che avranno pure una testa propria con la quale ragionare e decidere l’allocazione dei propri asset.
Con una nota finale per i colleghi: ci sono prodotti pressoché identici agli ETF Spot anche in Europa. E di gente rovinata non è che ne abbiamo sentita poi tanta.
Certo che è difficile far coincidere le proprie manie di controllo (sui soldi degli altri) con il denaro finalmente libero.
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