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Bitcoin: ancora analisi negative da JPMorgan | Perché (non) preoccuparsi

Ancora analisi negative dallo specialista Bitcoin e crypto di JPMorgan.

Tornano le analisi dello specialista JPMorgan di crypto e Bitcoin. Prima di passare al vivo delle sue predizioni, ci teniamo a precisare che non sempre ci siamo trovati d’accordo con quanto ha previsto e riportato. Il tema rimane quello degli ETF e nello specifico quello dell’ETF di Grayscale, che in questa prima fase di vita dei veicoli finanziari spot sta facendo registrare una grossa fuga di capitali, per quanto prevista.

A parlare è Nikolaos Panigirtzoglou, nome che dovrebbe essere ormai familiare per i nostri lettori, essendo lo specialista di una delle più grandi banche d’affari del mondo che è delegato appunto di parlare di cripto e BTC. Previsioni che come sempre potremo commentare insieme anche sul nostro canale Telegram ufficiale, dove troverai la nostra redazione e anche i nostri affezionati lettori.

La previsione è che in realtà ci siano ancora 1,5 miliardi di dollari in uscita da Grayscale e che questa possa essere ulteriore pressione ribassista su Bitcoin. A nostro avviso però, e lo spiegheremo con dovizia di particolari più avanti, si tratta di un calcolo che non tiene conto di diversi importanti fattori.

Grayscale: per JPM ancora 1,5 miliardi pronti a uscire

Si tratta di stime che in realtà fanno il paio con quanto era stato affermato dallo stesso analista tempo fa. Ci sarebbero nel complesso circa 3 miliardi rispetto alla data di quotazione pronti a uscire da Grayscale ETF Bitcoin. Una somma certamente importante, della quale però rimarrebbero circa 1,5 miliardi ancora da computare in uscita.

Dati analisi Seyffart
I dati del quinto giorno – manca ancora BlackRock. Fonte: James Seyffart

Sembra che gli investitori di GBTC dell’ultimo anno abbiamo acquistato le quote del fondo con uno sconto significativo posizionandosi per l’eventuale conversione in ETF, e che stiano raccogliendo profitti uscendo completamente dallo spazio Bitcoin invece che passando a ETF che sono più economici.

Per capire l’analisi in questione sarà necessario aggiungere qualche fatto: il primo è che il fondo di Grayscale, prima che si trasformasse in ETF, veniva scambiato con un forte sconto rispetto al controvalore in Bitcoin detenuti. Questo perché non era possibile convertire le quote in Bitcoin, neanche tramite intermediari. Il secondo è che molti sono entrati su questo fondo nel corso dell’ultimo anno, fiutando l’affare. Nel complesso si è trattato di un meccanismo ampiamente previsto.

Quello su cui non concordiamo è l’uscita completa di questi investitori dallo spazio Bitcoin. Per qualcuno è stato certamente così, per altri, attenderemmo prove assai più convincenti. Il computo dell’AUM, il totale detenuto da tutti gli ETF, è molto positivo nonostante le importanti fuoriuscite di capitali da Grayscale. Cosa che ci porta a pensare che una parte consistente di chi esce da Grayscale stia rientrando altrove, ammesso che comunque questo sia un dato importante.

Per ora è un importante successo, nel complesso

Rimane il fatto che, nonostante i nervosismi dettati principalmente dall’andamento del prezzo, l’ETF continua a attirare volumi e inflow e può essere – almeno secondo gli specialisti di Bloomberg – considerato come un grande successo.

Vedremo nel medio e lungo periodo se i grandi gestori che stanno vendendo questo prodotto continueranno ad attirare capitali importanti come nella prima fase. È qualcosa sul quale il dibattito è ancora molto acceso. Tuttavia, le critiche che piovono sui social ci sembrano per il momento da ricondursi a due precise categorie: da un lato chi – per carità, c’è la libertà di pensiero – è fortemente ostile a questi prodotti ritenendoli un’intromissione della finanza tradizionale. Dall’altro il solito manipolo di odiatori seriali di Bitcoin. Sì, quelli che un giorno sperano nella vittoria di Craig Wright, l’altro contestano le fee troppo alte di BTC, l’altro ancora sperano nel fallimento di tutto ciò che includa Bitcoin nel suo nome.

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