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Bitcoin in calo per Grayscale? Tutti (forse) si sbagliano

I conti non tornano. O meglio, la teoria principale sul calo di Bitcoin sembra troppo semplice per essere vera.
1 anno fa
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Con il relativamente profondo rosso, relativamente perché parliamo pur sempre di un -7% nel giro di 7 giorni, che ha colpito Bitcoin, è il caso forse di sedersi e di fare i proverbiali conti della serva. Cosa intendiamo? Intendiamo fare qualche calcolo su quello che sta succedendo, in particolare in uscita da Grayscale – e di riflesso al prezzo di Bitcoin.

Questo ammesso e non concesso il fatto che siano queste fuoriuscite da Grayscale ad aver avuto il maggiore impatto – ribassista – sul prezzo di Bitcoin. Anticipiamo che si tratta di ipotesi, per quanto corroborate da qualche numero – e che potrai venire a discuterle anche sul nostro Canale Telegram Ufficiale.

C’è qualche dato che non ci torna. È vero che da Grayscale ci sono grosse fuoriuscite di capitali, ma è altrettanto vero che il bilancio degli inflow, dei capitali in ingresso, è stato sempre positivo, fatto salvo il terzo giorno, per quanto ci siano problemi anche a fare certe considerazioni, per i motivi che vedremo più avanti.

Grayscale è davvero il problema di Bitcoin in questo momento?

Per chi non ha seguito la discussione che agita social e testate che si occupano di Bitcoin e crypto, sarà necessario un breve riassunto.

Grayscale ha ottenuto, in contemporanea con l’approvazione degli altri ETF Bitcoin, la conversione del suo fondo privato da 27 miliardi di dollari in ETF. Grayscale al tempo stesso ha scelto delle commissioni che sono molto più alte di quelle del resto del mercato. Questo, combinato ad altri fattori, come prevedibile ha causato un’importante fuoriuscita di capitali da questo fondo. La media è di poco inferiore ai 500 milioni di dollari al giorno.

E fin qui è tutto nei numeri e non c’è niente da contestare. Da questi numeri però è nata una teoria che, sempre partendo dai numeri, non ci quadra granché.

  • Gli altri ETF hanno comunque più che bilanciato

Il primo dato numerico che non ci quadra è il seguente: tutti gli altri ETF, sommati, hanno incamerato nei primi 5 giorni di trading oltre 1,1 miliardi di dollari, questo tenendo conto anche delle uscite da Grayscale. Se c’è un errore in questa misurazione è certamente per difetto, dato che certi ETF hanno contabilità in netto ritardo sulla chiusura delle contrattazioni.

In rosso le uscite da Grayscale, in blu il totale entrato negli altri fondi ETF, in verde la differenza.
  • Il caso Grayscale è più eclatante

Dato che Arkham Intelligence ha una buona mappa degli indirizzi che custodiscono i Bitcoin di Grayscale, sappiamo praticamente in tempo reale quando questi vengono trasferiti a Coinbase per essere venduti. La notizia diventa subito motivo di discussione sui social e finisce per assumere una rilevanza maggiore di quanto i numeri dovrebbero suggerire. Al tempo stesso non abbiamo traccia allo stesso modo degli acquisti da parte degli altri ETF, cosa che ne rende quasi impossibile la discussione. È una asimmetria importante del quale non si sta discutendo abbastanza.

Quando finirà il ciclo di vendite di Grayscale?

Questa è una discussione che, per quanto più interessante, è difficile da fare partendo da dei dati. JPMorgan ha quantificato in 3 miliardi il capitale che dovrebbe uscire da Grayscale. Se così fosse, saremmo quasi alla fine della corsa.

Se così non fosse, e si trattasse di capitali più importanti, a questi ritmi ci sarà da soffrire ancora per qualche giorno. Soffrire, ammesso che la teoria del ribasso causato da Grayscale tenga. Cosa sulla quale nutriamo più di qualche dubbio.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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