L’altro candidato pro Bitcoin e crypto per le primarie che porteranno poi all’elezione del prossimo presidente degli Stati Uniti d’America… ha mollato. A pochi giorni di distanza dall’abbandono di Vivek Ramswamy ora è il turno di Ron DeSantis, attuale governatore della Florida, stato che è forse tra i più aperti all’intero ecosistema di Bitcoin e delle criptovalute.
L’abbandono è arrivato dopo una campagna elettorale per le primarie che in pochi hanno esitato a definire fallimentare e a pochi giorni dal secondo round che avverrà nel New Hampshire il prossimo 24 gennaio. Una situazione che, come vedremo, riduce l’impatto delle tematiche che seguiamo giorno dopo giorno su questa testata.
I due candidati che più si sono spesi per la causa saranno dunque soltanto delle comparse per le prossime elezioni, a meno che uno dei due non venga scelto, ipotesi per il momento assai improbabile, di ticket con Donald Trump.
In realtà di candidati che avevano strizzato l’occhio al mondo di Bitcoin e crypto ce n’erano stati diversi. Sul fronte democratico avevamo visto, con l’appoggio anche di Bitcoin Magazine, Robert F. Kennedy. Il fronte repubblicano sembrava però più pronto a spendersi per la causa.
I candidati apertamente a favore di Bitcoin e crypto erano infatti due: il primo, Vivek Ramaswamy, ha già abbandonato le primarie dopo risultati poco edificanti nel corso della prima tornata in Iowa. E a pochi giorni di distanza è arrivato anche l’addio di Ron DeSantis, governatore della Florida, stato che è sempre stato molto aperto al mondo crypto e Bitcoin e che vede anche il sindaco di Miami, altro candidato estemporaneo alla presidenza, Francis Suarez forte sostenitore di queste istanze. Istanze che lo hanno addirittura portato a percepire per un periodo il salario direttamente in Bitcoin.
Si tratta di un duro colpo almeno per chi pensava di poter avere una potenziale Casa Bianca futura dalla parte di Bitcoin e delle crypto. Sarà un giorno come gli altri invece per il nutrito gruppo di sostenitori di Bitcoin & co. che ritengono di poter ottenere poco dalla politica, che troppo spesso è saltata per scopi elettorali sul treno di BTC, senza poi combinare granché.
Difficile a dirsi. Donald Trump da un lato è stato più volte apertamente critico del mondo crypto, dall’altro ha già lanciato diverse collezioni NFT, incassando quantità relativamente importanti di Ethereum.
L’ultima delle collezioni dovrebbe finire anche su Bitcoin, tramite Ordinals/Inscriptions. E dunque sembrerebbe essere un Donald Trump diverso da quello di qualche anno fa, molto critico verso il comparto.
Staremo a vedere: per ora i candidati più frequentemente pro crypto e Bitcoin sono finiti ai margini. Cosa piuttosto prevedibile, fatta eccezione forse per il caso di Ron DeSantis.
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