È stata una giornata di quasi equilibrio tra entrate e uscite dagli ETF Bitcoin Spot. Ci sono molte voci – e molte verità – che cercano di rincorrersi e che hanno contribuito a creare una situazione difficile da leggere anche per i più esperti.
No, non è stata una giornata tragica, per quanto sia stata poco entusiasmante in termini di prezzi. Una giornata complicata di un periodo complicato e che peserà sull’umore soprattutto di chi si aspettava di diventare milionario nel giro di pochi giorni. Evidentemente le cose non stanno così e ci sarà da fare altri tipi di considerazioni.
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È stata una giornata in rosso per gli ETF Bitcoin Spot negli Stati Uniti. Continua infatti la fuga da Grayscale, fondo ETF che è stato convertito da un fondo classico e che per la prima volta ha offerto la possibilità ai propri clienti di uscire ad un prezzo pari a quello di NAV.
Alameda, che è la società collegata a FTX, ha ritirato la causa contro Grayscale, causa che era nata proprio relativamente alle quote di GBTC che erano in possesso della società di Sam Bankman-Fried. Questione finita, proprio perché il gruppo in fallimento ha potuto liquidare circa 1 miliardo di dollari, in questi giorni, di quote.
C’è una prima considerazione che hanno fatto già in diversi su X: sono denari che sono usciti e che non sono rientrati. In altre parole, non sono capitali che abbandonano Grayscale perché poco conveniente ridirigendosi poi verso altri ETF più economici.
E sarebbe un buon segnale, perché questo significherebbe che una parte molto importante degli inflow negli altri ETF non è in realtà di rimbalzo dalle uscite di Grayscale. Considerazioni che però andranno fatte con maggiore cognizione di causa con i dati che arriveranno dai prossimi giorni di scambio.
Nel complesso è BlackRock che tiene in piedi la baracca: il gruppo guidato da Larry Fink ha fatto registrare inflow di 272 milioni di dollari, seguito da Fidelity con 158 milioni. Il risultato complessivo è di -76 milioni di dollari. E nel complesso, al netto di quanto Grayscale ha portato, anzi tolto dal tavolo, siamo a asset per 4,3 miliardi di dollari già accumulati.
È un buon risultato, per quanto arrivi comunque da Grayscale una pressione importante. È una questione che tra le altre cose ha già superato le stime di JPMorgan . Così come sarà da valutare la posizione di altri detentori di quote che sono in liquidazione giudiziale.
Una nota di colore: l’intera forma di GBTC prima del passaggio all’ETF è responsabilità piena di SEC, che impedì ai tempi la convertibilità delle quote del trust, creando quel meccanismo assai curioso che ha portato GBTC ad essere un fondo di queste proporzioni, con tutti i problemi che ne sono conseguiti per alcuni detentori. E dire che sono lì, dicono, per proteggere gli investitori. E questo mentre la stampa italiana continua a crogiolarsi sul “fallimento” degli ETF.
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