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Giudici contro fondatore crypto exchange | Altro permesso negato

Ancora un niet contro CZ, nonostante i gravi motivi e una cauzione miliardaria.
1 anno fa
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C’è del nuovo per quanto riguarda il caso CZ, fondatore e ex-CEO di Binance, e le questioni aperte con la giustizia americana. I giudici avrebbero infatti negato l’ennesima richiesta di raggiungere gli Emirati in attesa di processo, questa volta nonostante una richiesta motivata da questioni personali di una certa importanza.

Secondo i documenti che stanno circolando pubblicamente infatti, già a fine 2023 gli avvocati di CZ avrebbero richiesto il permesso di tornare negli Emirati, per essere presenti per una questione personale di una certa gravità, che riguarda l’ospedalizzazione e l’intervento chirurgico di una persona presumibilmente vicina a CZ, che però non è meglio precisata, almeno nei documenti che circolano pubblicamente.

Questo all’interno di un processo che vede Zhao che si è già dichiarato colpevole e che – almeno secondo affermano gli analisti, potrebbe cavarsela comunque con una pena ridotta rispetto ai massimi previsti dalla legge.

Continua l’odissea di CZ

L’odissea di CZ, fondatore di Binance, continua. Gli avvocati del fondatore del popolare exchange crypto hanno infatti richiesto ormai da qualche settimana l’autorizzazione a tornare negli Emirati temporaneamente. Non è la prima volta che viene richiesta una cosa del genere, anche se questa volta ci sono due dettagli aggiuntivi, pertinenti a questa specifica richiesta.

La prima è che il ritorno di CZ negli Emirati è stato motivato con la necessità di assistere in ospedalizzazione e intervento chirurgico una persona vicina al fondatore di Binance.

La seconda è che per offrire ulteriori garanzie sul suo ritorno, CZ avrebbe messo sul piatto una cauzione aggiuntiva costituita da 4,5 miliardi di dollari in controvalore in azioni dell’exchange Binance.

Nonostante il fattore personale fuori dal comune e nonostante appunto l’offerta di una cauzione aggiuntiva, i giudici però hanno preferito negare il permesso.

Vincono dunque i procuratori, che l’hanno spuntata nel far ritenere dalla corte CZ come un soggetto a rischio di fuga, non avendo alcun interesse considerevole negli Stati Uniti ed essendo dotato di risorse economiche importanti. A poco è valsa la cauzione miliardaria offerta dall’ex CEO del gruppo.

Intanto monta il dibattito

Intanto sul nostro Canale Telegram così come sugli altri social monta il dibattito. È un trattamento troppo duro per CZ, che pur si è già dichiarato colpevole e sarebbe arrivato negli USA senza che nessuno potesse costringerlo?

Ci sono poi ricostruzioni che circolano e che contestano la volontarietà del ritorno di CZ negli USA e dunque il suo gesto di buona volontà che – tra le altre cose – dovrebbe giocare un ruolo nella riduzione della sentenza.

Staremo a vedere. Manca ormai poco alla sentenza che dovrebbe arrivare già in febbraio.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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