La polizia tedesca, nello specifico quella della Sassonia, ha messo le mani su circa 50.000 Bitcoin, che erano stati acquistati con i proventi illecitamente guadagnati da attività di pirateria. Si tratterebbe di Bitcoin di “vecchio corso”, nel senso che sono stati acquistati diversi anni fa e che al momento dell’acquisto valevano una somma infinitesima rispetto al controvalore di oggi, vicino ai 2 miliardi di euro.
La polizia ha confermato in un comunicato di aver ricevuto le chiavi volontariamente dagli indagati, all’interno di un caso riguardante un portale internet che offriva materiale piratato a scopo di lucro. I ricavati dell’attività sarebbero stati utilizzati dai due responsabili per acquistare Bitcoin che ora sono nelle mani (e negli indirizzi) di proprietà della Sassonia.
All’investigazione hanno partecipato anche le autorità USA, coordinate con la polizia federale tedesca. Non è ancora chiaro cosa sarà fatto dei Bitcoin raccolti dalle autorità, per loro stessa ammissione. E dunque non è chiaro se e quando verranno venduti.
Prima di arrivare ai dettagli della vicenda, è bene spendere qualche parola sul tema sequestro in relazione a Bitcoin. Le autorità di tutto il mondo, comprese quelle più sofisticate, non sono in grado di confiscare Bitcoin senza la collaborazione del proprietario delle chiavi. In altre parole, in assenza di chiavi private, è impossibile spostare alcunché.
Nessuno vi è mai riuscito e riuscirci significherebbe la morte di Bitcoin per come lo conosciamo. Anche per questo maxi-sequestro, che è il più grande mai registrato per la polizia tedesca, c’è voluta la collaborazione dei due indagati, un tedesco e un polacco tra i 30 e i 40 anni.
Sono i due indagati per la gestione, a scopo di lucro, di un sito che diffondeva materiale coperto da diritto d’autore e che avrebbero utilizzato almeno parte dei proventi per acquistare, in data non precisata, Bitcoin. Si tratta però di acquisti piuttosto risalenti, dato che l’intera operazione è stata avviata nel 2013.
Forse neanche loro si sarebbero immaginati di vedere Bitcoin raggiungere i 69.000$ come massimo storico o anche soltanto i 43.000$ ai quali viene scambiato in queste ore.
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C’è l’altro aspetto interessante. Non sono state prese ancora decisioni sul da farsi per quanto concerne i Bitcoin sequestrati. Con ogni probabilità il controvalore supera qualunque tipo di risarcimento o penale dovuta dai due, senza che però la cosa possa probabilmente aiutarli a rientrare in possesso di almeno una parte dell’enorme somma in BTC.
Vi terremo aggiornati, soprattutto per una quantità di Bitcoin importante e nel caso in cui dovesse essere riversata sul mercato (per un impatto comunque estremamente minimo, ammesso che ci sia).
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ma non potevano perdere le chiavi piuttosto???