Il mining in Cina è stato ufficialmente bandito da tempo, ma come è noto ai lettori di Criptovluta.it, non è che poi sia proprio sparito. Anzi, le autorità cinesi hanno enorme difficoltà a contrastare il fenomeno del mining illegale, tanto da dover includere una lotta più serrata al fenomeno in un nuovo documento, che è stato diffuso dalla municipalità di Pechino e che è stato ripreso pari pari da tante altre municipalità.
All’interno di uno sforzo più ampio per la conservazione dell’energia e del suo utilizzo per la crescita del Paese, sono state annunciate misure ben più vigorose di contrasto al fenomeno.
Il tutto in uno sforzo per il quattordicesimo piano quinquennale, uno sforzo che ora nella sua declinazione prevede un altro tentativo di assalto al mining di criptovalute e più nello specifico, di Bitcoin.
Altro attacco della Cina a Bitcoin?
Non sappiamo se sarà una guerra, ma la dichiarazione dell’attacco c’è tutta. All’interno del documento, al capo “Contrastare il mining di valute virtuali” si legge infatti:
Implementare i requisiti a livello nazionale, continuare a fare un buon lavoro nel chiudere le attività di mining di criptovalute, l’analisi, e la classificazione di queste attività e, in modo risoluto, chiudere le attività di mining in città, seguendo le leggi e i regolamenti.
Non è chiaro per il momento che tipo di mosse aggiuntive verranno implementate. Quel che è chiaro però è che lo sforzo nazionale per eliminare ogni operazione di mining Bitcoin sembra essere lontano dal suo termine.
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Non è chiaro neanche se sarà soltanto una dichiarazione di intenti oppure se ci saranno effettivamente delle restrizioni aggiuntive o controlli più capillari. Il sospetto, almeno per ora, è che si voglia stabilire di nuovo un punto, lanciare di nuovo lo stesso messaggio e possibilmente mettere un po’ di paura a chi sta continuando a fare mining, contravvenendo alle leggi nazionali. Tra le altre cose la provincia di Pechino non sembrerebbe essere neanche una delle più interessanti per questo tipo di attività, fatte salve quelle attività illegali che possono approfittare di energia pagata ad altri.
Strette in tutto il mondo?
Soltanto pochi giorni fa gli USA hanno annunciato ispezioni e obblighi di fornitura di dati e documenti per tutte le società che sono attive nel mining.
Il sospetto dei più cinici è che si voglia provare a mettere i bastoni tra le ruote a Bitcoin e più in generale al mondo crypto. Sforzi che però, almeno fino a oggi, non hanno sortito gli effetti sperati per le autorità.
Più che un sospetto è un dato di fatto. Vogliono proteggere la loro economia fallimentare non perchè Bitcoin fa paura ma perchè Bitcoin è considerata la moneta del popolo e dietro a Bitcoin c’è il popolo che deve essere solo sfruttato secondo loro e si sa che i loro soldi sporchi li fanno anche sfruttando l’ignoranza perchè il popolo non deve sapere o meglio deve sapere ciò che sta bene a loro. Invece di collaborare continuano a non capire che bitcoin potrebbe salvare anche le loro fiat inflazionate. Ne vedremo ancora di scontri e mosse che porteranno il valore di Bitcoin a toccare altri minimi. Non ci sono limiti ormai, non sappiamo dove questa invenzione ci potrà portare e come contribuirà a far evolvere i popoli perchè dietro a bitcoin c’è un vero e proprio esercito ma in pochi se ne stanno rendendo conto perchè per ora si guarda solo al mercato e al profitto. E’ meglio per tutti che i loro errori inizino a pagarli loro così tutti potranno iniziare a vivere in pace.