Dentro il Form S-1 aggiornato inviato da 21Shares + ARK nella giornata di ieri – del quale abbiamo parlato qui – c’è una quantità importante di materiale che merita di essere approfondito. Custodi, modalità di funzionamento dell’ETF e anche la lunga lista di rischi che l’ETF ha dovuto citare per legge per mettere in guardia chi eventualmente investirà in questi prodotti.
Tra queste – per quanto non abbia ancora preso la via dei social – la vicenda che riguarda la natura di Ethereum come asset. È una security – e dunque un contratto di investimento che è soggetto alle regole di SEC – oppure è una commodity e dunque soggetta ad un regime di maggiore libertà e che la mette al riparo dalle azioni di Gary Gensler?
Analizziamo insieme quanto c’è scritto per valutare l’effettiva tenuta di questi argomenti e anche per capire cosa potrebbe accadere in entrambi i casi. E facciamolo prima che qualche buontempone a caccia di like e visualizzazioni sui social trasformi una situazione non preoccupante in un clickbait che gioca sul panico dei meno esperti.
Questione security: cosa ci dice l’ETF Ethereum Spot nella versione di 21Shares+ARK
La questione è di quelle dirimenti e riguarda la natura di Ethereum in relazione alle leggi che governano i mercati finanziari negli Stati Uniti. Dato che la legge impone l’enumerazione di tutti i rischi che un prodotto finanziario incorpora, 21Shares e ARK hanno dovuto inserire un paragrafo dedicato alla questione delle questioni. (Se qualcosa non ti è chiaro, vieni a discuterne sul nostro Canale Telegram).
Ethereum è una commodity? Ethereum è una security? Pariamo da quanto si trova scritto all’interno del documento depositato presso SEC.
Le leggi attuali e future, i regolamenti di SEC e CFTC, e altri sviluppi su questo piano potrebbero impattare sul modo in cui [gli asset sottostanti, Ethereum, NDR] potranno essere scambiati o classificati. In particolare, sebbene Ethereum sia attualmente considerata una commodity quando scambiata sul mercato spot, Ether potrebbe essere classificata come commodity interest sotto il CEA da CFTC, rendendo tutte le transazioni soggette alla giurisdizione di CFTC.
E per quanto riguarda SEC:
In alternativa in futuro Ether potrebbe essere classificato da SEC come “security” secondo le leggi federali. Nel caso di sviluppi di questo tipo, le registrazioni e la compliance richieste potrebbero risultare in costi aggiuntivi e straordinari per il Trust.
E, parte forse più preoccupante per i meno esperti:
In particolare, il Trust potrebbe dover liquidare rapidamente le proprie posizioni a prezzi potenzialmente sfavorevoli.
Il wording è quello dei documenti di questo tipo e va parafrasato: nonostante adesso Ethereum sia da considerarsi come una commodity, l’ETF non può certamente offrire rassicurazioni sugli sviluppi futuri della situazione.
E successivamente però viene specificato che con i dati, le espressioni pubbliche e le dichiarazioni dei quadri di SEC, si dovrebbero dormire sonni tranquilli:
SEC non ha rivendicato autorità regolamentare su Ether, sul suo possesso e sul suo trading e non ha espresso opinioni sul fatto che Ether debba essere considerato una Security. Nei fatti, membri dello staff di SEC hanno espresso opinioni che concordano sul fatto che Ether non sia una security.
Le altre questioni presenti nell’ETF
Ci sono diverse altre questioni minori. Il custode anche in questo caso sarà Coinbase, così come lo è per il grosso degli ETF su Bitcoin.
A fare da tramite per il flusso di denaro sarà BNY Mellon, grande istituto bancario che è già attivo in questo tipo di operazioni per quanto riguarda l’ETF Bitcoin.
Altra nota: non sono stati ancora aggiunti gli AP: nel caso dell’ETF Bitcoin degli stessi gestori sono Jane Street, Virtu e Macquarie Capital. L’assenza di questi dettagli però lascia intendere che ci saranno altri aggiornamenti ai form S-1 prima dell’eventuale approvazione.