Si scaldano i motori per gli ETF Bitcoin. A più di un mese dal lancio di questi prodotti negli Stati Uniti d’America, anche gli advisor di seconda fascia stanno iniziando ad aprire le porte a questo tipo di prodotti. Tra questi Carson Group, che ha annunciato in settimana che inizierà a includere nell’offerta per i propri clienti anche quattro degli ETF Bitcoin.
È il segnale che quanto ci aveva raccontato il CIO di Bitwise è vero: gli advisor principali avrebbero avuto bisogno di tempo prima di inserire questi prodotti nella loro offerta. L’arrivo di Carson Group, che vale 30 miliardi di capitali in gestione, è il primo di una lunga serie di segnali dello stesso tipo che arriveranno nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Di che tipo di notizia si tratta? Da un lato di una notizia che ci saremmo aspettati di leggere, dall’altro dell’ennesima smentita dei profeti di sventura che volevano questi prodotti morti sul nascere.
Sugli ETF Bitcoin arrivano anche gli advisor più importanti
Arrivano sugli ETF su Bitcoin anche gli advisor che muovono denari importanti e che sono il termometro del sentiment verso questi prodotti. Carson Group infatti, come vi abbiamo anticipato ieri sul nostro Canale Telegram, includerà quattro degli ETF su Bitcoin lanciati negli USA nei propri listini.
Sono in ordine: iShares, Fidelity, Bitwise e Franklin Templeton, che saranno appunto offerti ai propri clienti per l’allocazione. Un segnale importante di quanto sta avvenendo negli USA e di quanto in realtà certi prodotti siano richiesti anche dal grande pubblico che offre intermediazione nelle allocazioni e consigli nella celta dei titoli. La scelta sarebbe stata, secondo quanto ha riportato Grant Engelbart, vicepresidente e capo della strategia di investimenti del gruppo, dettata da un duplice ordine di fattori. Il primo, come è chiaro dall’ordine, è quello delle dimensioni e della rilevanza dei gestori.
Il secondo invece quello delle commissioni, con Engelbart che ha affermato:
Bitwise e Franklin Templeton si sono impegnate ad essere le due società che offrono i prodotti più a basso costo in questo spazio, e hanno anche fatto registrare degli importanti inflow e volumi. Entrambe le società in questione hanno anche creato dei team di ricerca interni sugli asset digitali, che sono benefici per la crescita e per la gestione dei prodotti.
Cosa cambia ora?
Carson, per quanto si tratti di un gruppo importante, non muoverà il mercato da sola. È però un segnale importante di come si stiano muovendo le cose negli Stati Uniti.
Ed è l’ennesimo metaforico schiaffo per chi continua a parlare di fallimento di questi prodotti. Sono gli stessi che parlavano dell’impossibilità dell’approvazione prima, e poi del fatto che non avrebbero raccolto capitali, e poi di nuovo del fatto che nessuno li avrebbe proposti ai propri clienti.
Per il resto, per chi invece è più interessato al breve periodo, qui è disponibile l’analisi completa del nostro Alex Lavarello, per aggiornarti su quanto sta avvenendo all’interno del mercato.