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I numeri piacciono a tutti, perché con una faccia di bronzo sufficiente possono sostenere (quasi) qualunque teoria. Dato che ne stiamo leggendo anche noi di cotte e di crude sui social, con i numeri di quanto avvenuto nella giornata di ieri sul mercato degli ETF Bitcoin crediamo sia il momento giusto per fare qualche considerazione più approfondita.
È stata una grande giornata: a dominare è stata Fidelity, che esce da un relativo torpore e con iShares di BlackRock che cede, almeno per questa sessione, lo scettro della prima della classe. A essere ancora più interessante è il rallentamento di Grayscale, dal quale ci sono soltanto *volumi in uscita da quando il fondo è stato convertito in ETF.
È la svolta che tutti si aspettavano? È questo che sta spingendo il prezzo di Bitcoin e delle altre criptovalute? Vediamo cosa sono in grado di dirci i numeri.
Una giornata di importanti inflow
Se non hai seguito dall’inizio la vicenda che riguarda gli ETF su Bitcoin è bene fare qualche premessa. Con inflow si indicano i capitali in entrata in questi prodotti e dunque un valore positivo segnala maggiori acquisti, maggiori investimenti e maggiore interesse da parte del grande pubblico che può accedere a questi specifici prodotti.
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Ieri abbiamo avuto 519 milioni di dollari in ingresso, anche tenendo conto delle uscite da Grayscale, che sono state però ridotte – e di soli 22 milioni.
- In prospettiva sugli inflow dei giorni precedenti
La prima cosa da fare è mettere in prospettiva rispetto ai giorni precedenti questi numeri. 519 milioni in ingresso sono il quarto giorno di sempre per afflussi positivi. Si era fatto meglio il 13 febbraio, con 631 milioni in ingresso, e prima ancora si era fatto meglio il 9 febbraio, con 541 milioni in ingresso, e tornando agli albori di questo prodotto, il primo giorno, l’11 gennaio, si erano visti inflow per 655 milioni. Sotto questo aspetto il dato è molto positivo, soprattutto perché più ci si allontana dal lancio, più gli inflow dovrebbero, a rigor di logica, soffrire. Non è così e non sarà così – e più avanti spiegheremo anche perché.
- I volumi
È stata per i nove nuovi ETF – gruppo che esclude quello di Grayscale pertanto – la giornata con i più alti volumi di sempre. Volumi non vogliono dire inflow. C’è del trading, che è in aumento e che conferma un’altra nostra intuizione: questi prodotti stanno già diventando un mercato separato da quello degli exchange e il loro costo contenuto in termini di fee li sta rendendo molto attraenti anche per chi vuole solo fare trading e non vuole investire sul lungo periodo.
- Grayscale
Il dato più interessante per noi rimane quello di Grayscale. Dall’inizio della quotazione di questi prodotti la giornata di ieri è stata quella con outflow e quindi uscite di capitale da Grayscale più ridotte. Solo 22 milioni, mentre nei giorni di picco abbiamo avuto anche 640 milioni di capitale in uscita. Difficile che il trend si inverta sensibilmente. E anche questo è un ottimo segnale.
E ora? Sono davvero gli ETF a spingere?
Non esattamente. O meglio, a nostro avviso stanno avendo un ottimo impatto sul sentiment di mercato, ma parliamo comunque di circa 2,4 miliardi di dollari di volumi. Di contro, anche qui per avere prospettiva, nel corso delle ultime 24 ore Bitcoin ha fatto registrare complessivamente 50 miliardi di volumi. Siamo sotto il 5%, che è una percentuale importante ma che non può imprimere una forza così importante al mercato. O meglio, non può farla da sola nelle operazioni di trading.
Questo non vuol dire che il mondo ETF non sia già di enorme rilevanza, anzi, tutto il contrario. In pochi avrebbero scommesso sul raggiungimento di certi traguardi in così poco tempo.
