SEC non piace a tutti. E anzi, ultimamente non piace quasi a nessuno. Otto diversi stati hanno preso le parti di Kraken nell’ultima causa che vede contrapposto l’exchange appunto all’agenzia guidata da Gary Gensler. Una mossa che racconta sia della scarsa approvazione dell’operato dell’agenzia a diversi livelli politici e istituzionali, sia dell’eterna lotta americana tra Governo Federale e realtà statali.
Sono Arkansas, Iowa, Mississippi, Montana, Nebraska, Ohio, South Dakota e Texas ad aver preso le parti dell’exchange crypto, per quanto abbiano scritto che il loro amicus brief non prenda le parti di nessuno, ma sia soltanto teso a rivendicare la propria libertà di azione nei confronti delle ingerenze di SEC.
Parte, questa, di un ulteriore scontro politico che riguarda SEC, agenzia mai così attiva prima dell’era Gary Gensler e che continua a essere la nemesi di tutto l’universo crypto, per quanto ora in diversi stiano cercando di difendersi in lunghe, costose ma necessarie cause legali.
Lo scontro c’è. Otto stati hanno infatti congiuntamente inviato un amicus brief, un documento che si può presentare alle corti anche se non si è parte in causa, pur avendo degli interessi indiretti in quanto si sta discutendo. Gli otto stati non prendono direttamente le parti di Kraken, ma piuttosto indicano nelle ultime azioni di SEC un chiaro abuso delle prerogative che gli assegna la legge.
Le azioni di enforcement di SEC superano i poteri che le sono assegnati. La corte dovrebbe rigettare la categorizzazione dei crypto asset come security. L’esercizio da parte di SEC di questi poteri che non le sono stati assegnati mette a rischio i consumatori degli stati a rischio, limitando il campo d’azione di statuti che possano meglio proteggerli da rischi specifici dei prodotti che non sono security.
O in altre parole: SEC sbaglia ritenendo i crypto asset delle security e così facendo impedisce agli stati di implementare leggi che siano più specifiche su questa categoria di prodotti finanziari, privando così i consumatori della tutela dai rischi che questi comportano.
Non è la prima volta che a SEC viene contestato quanto sopra e non è la prima volta che entità governative USA o comunque politiche si lamentano dell’esuberanza dell’agenzia.
La questione rimane politica su più livelli. Al Congresso e al Senato, dove i repubblicani vogliono il metaforico scalpo di Gensler, a livello statale, dove la cosa si incrocia in quella storica tensione tra appunto gli Stati e il governo federale.
Con le elezioni che si avvicinano, sarà difficile immaginare Gary Gensler ancora alla guida di SEC, a meno che non torni alla Casa Bianca l’attuale governo.
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Gian, chiedo: "il metaforico scalpo di Gensler" intendi metaforico perché non vogliono scalparlo davvero o perché Gensler non ha molto da scalpare là sopra? 🤭